11 febbraio, XXIII Giornata Mondiale del Malato

Il Vescovo presiede la Messa ed il Rosario Internazionale 

Cassino, parrocchia di S. Antonio di Padova

L’11 febbraio, memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes, si celebra la Giornata mondiale del Malato, istituita 23 anni fa da Papa Giovanni Paolo II, con l’intenzione di portarci ad imitare Maria, nostra Madre, donna di fede, e guardare ogni nostro fratello malato come fa lei, con gli occhi di Cristo. Sapientia Cordis«Io ero occhio per il cieco e piede per lo zoppo» (Gb 29,15): è questo il tema pastorale scelto da Papa Francesco quest’anno.

A Cassino, nella parrocchia di S. Antonio di Padova, guidata dal parroco Don Benedetto Minchella,  si è celebrato, per il quarto anno consecutivo, l’11 Febbraio, giorno in cui per la prima volta la Bella Signora apparve a Bernardette ed insieme recitarono il Santo Rosario. Oltre alla Messa, è stato recitato il Rosario Internazionale, per sentirsi uniti ai malati e ai sofferenti di tutto il mondo nel giorno che la Chiesa ha scelto per la Giornata Mondiale del Malato. Il tutto con la presenza gradita e autorevole del Vescovo Mons. Antonazzo, venuto a presiedere la celebrazione.

Per ricreare l’atmosfera mistica di Lourdes e non potendo utilizzare – dato il convenire di moltissime persone – la cappellina laterale della Madonna di Lourdes recentemente allestita, era stata accuratamente approntata davanti all’altare una piccola Lourdes: la grotta con l’Immacolata, Bernadette in preghiera, l’acqua (vera acqua di Lourdes riportata dall’ultimo pellegrinaggio), il rosario, le candele, perché anche attraverso questi segni si avesse la sensazione di trovarsi nel santuario sui Pirenei, dove pregare e sostare ai piedi di Maria è il desiderio e l’attività di ogni pellegrino.

Si è iniziato con la Celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo Gerardo e concelebrata da Don Benedetto e dal viceparroco Don Erwin, in un’atmosfera di grande partecipazione e raccoglimento. Il vescovo ha rimarcato nell’omelia l’importanza del rispetto della vita umana  e della sua dignità in tutte le sue fasi. Sacralità che deriva dal fatto che l’uomo è stato creato a sua immagine da Dio, che l’ha plasmato dalla terra e col suo soffio vitale l’ha reso vivo e “vivente”, cioè capace di relazionarsi. Dei veri “attentati” alla dignità e sacralità della vita umana, ha detto, vengono oggi compiuti. L’unica persona, nella storia di tutta l’umanità, ad essere preservata dal peccato è Maria, noialtri siamo tutti nella condizione di fragilità e di peccato. Per questo ricorriamo a Lei, alla Beata Vergine di Lourdes, che interceda per noi perché arriviamo ad una vera conversione di vita e ci aiuti ad avere un cuore nuovo e puro, uno spirito capace di amare.

Al termine della Messa, ci si è preparati al Rosario Internazionale. Numerosissimi i ragazzi e i bambini, che hanno riempito ogni spazio, seduti a terra attorno alla Grotta.

Si è fatto silenzio, sono state spente le luci per lasciare alle fiammelle dei flambeaux il compito di rischiarare l’ambiente in modo estremamente suggestivo, raccolta e intensa l’atmosfera. Si è iniziato con la preghiera per la XXIII Giornata mondiale del Malato “Donaci, o Signore, la sapienza del cuore!“, poi si è pregato il Santo Rosario e come a Lourdes, in molte lingue diverse. Il Pater Noster, intonato dal Vescovo, e il Gloria di ogni decina in latino; il 1° mistero in italiano (ogni prima parte di Ave Maria recitata da una persona diversa, bambino o adulto, la risposta da tutta l’assemblea), per ogni altro mistero le Ave erano intonate in lingue differenti. E si è allargato il cuore di tutti sentendo in tante inflessioni diverse quella stessa invocazione a Maria: in tedesco e africano della Nigeria il 2° mistero, in francese e indiano il 3°, in inglese e filippino il 4°, in spagnolo e ucraino il 5°. Ogni mistero un’invocazione speciale per un tipo di malattia del corpo e dell’anima: per coloro che sono incatenati dalla malattia o dal peccato; per quelli rimasti privi della vista o accecati dall’orgoglio e dall’egoismo; per chi non ha il dono della parola o ha la lingua legata dall’odio e non parla più con i fratelli; per coloro che hanno mani ritratte o inaridite dalla malattia o per egoismo e per paura e non hanno mani pulite e innocenti; per coloro che sono affetti dalla lebbra del corpo ed emarginati, o dell’anima per sonnolenza e debolezza spirituale. Tra un mistero e l’altro i canti di Lourdes, e all’Ave Maria tutti rivolgevano l’animo al Cielo ed alzavano i flambeaux, creando grande intensità ed emozione. Uno spettacolo di fede. La Salve Regina cantata tutti insieme, seguita dalla lettura di un bellissimo pensiero di Don Tonino Bello ha preceduto il canto delle litanie. In conclusione, il Vescovo, raccogliendo l’acqua di Lourdes sgorgante davanti alla piccola grotta, ha asperso i presenti percorrendo tutta la navata, infine la benedizione finale ha concluso un momento di preghiera straordinariamente intenso, suggestivo e partecipato. Indimenticabile come a Lourdes.

 

Preghiera per la XXIII Giornata del Malato 2015

Sapientia Cordis

«Io ero occhio per il cieco e piede per lo zoppo» (Gb 29,15)

Donaci, o Signore, la sapienza del cuore!

 

Padre santo, ogni uomo è prezioso ai tuoi occhi.

Ti preghiamo: benedici i tuoi figli

che fiduciosi ricorrono a Te,

unica fonte di vita e di salvezza.

 

Tu che in Gesù Cristo, l’uomo nuovo,

sei venuto in mezzo a noi

per portare a tutti la gioia del Vangelo,

sostieni il cammino di quanti sono nella prova.

 

Amore eterno, dona a quanti hanno l’onore

di stare accanto ai malati, occhi nuovi:

sappiano scorgere il Tuo volto,

e servire con delicata carità, la loro inviolabile dignità.

 

E tu, o Madre, sede della sapienza,

intercedi per noi tuoi figli

perché possiamo giungere a vedere faccia a faccia

il Volto di Dio, bellezza senza fine. Amen.

 

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