Santa Messa Conclusiva della Missione nel ‘Santuario Diocesano di Canneto’

Il Santuario della Madonna di Canneto torna ad essere il centro della spiritualità dell’intera diocesi. Nella celebrazione conclusiva della settimana missionaria, sabato 27 settembre, la presenza di centinaia di fedeli giunti da un capo all’altro del vasto territorio diocesano, ha dato conferma del risultato più che positivo scaturito da questo risveglio evangelizzatore, in cui lo Spirito ha davvero toccato il cuore di molti. Ogni angolo del grande santuario era occupato dai pellegrini e dalle confraternite, giunte a Canneto già nella mattinata per l’annuale cammino diocesano.

La parte conclusiva del cammino missionario si è aperta, alle 15.30, con il concerto che i giovani seminaristi del collegio Leoniano hanno offerto in omaggio alla Vergine, proponendo brani della tradizione che hanno spaziato anche geograficamente. Hanno coinvolto i fedeli presenti invitandoli a cantare insieme i canti mariani più noti, per poi proporre, insieme alle suore agostiniane che prestano servizio presso il seminario di Anagni, un coinvolgente canto africano, che ha trasmesso i profumi e i colori di terre lontane.

All’inizio della solenne celebrazione eucaristica, a cui hanno partecipato molti sacerdoti della diocesi e i missionari del Pontificio collegio regionale Leoniano di Anagni, il vescovo Gerardo Antonazzo ha sottolineato come erano presenti lì nel santuario tutti i fedeli della diocesi, «da Pescocanale ad Esperia. Riuniti qui a conferma del mandato ricevuto come missionari», sostenuti e guidati da Maria. E di nuovo nell’omelia mons. Antonazzo ha sottolineato che «il segno di benedizione ricevuto con il Vangelo esprime il mandato missionario: quando lo ascoltiamo quella Parola si fa benedizione». Il vescovo ha poi proseguito: «La missione diocesana viene oggi consegnata a Maria, perché la viva con noi». Il viaggio che la sacra effigie mariana compirà nel territorio diocesano raccoglierà preghiera, suppliche e ringraziamenti, lacrime e sorrisi, gioie e sofferenze, frutto anche di quella Parola che per mezzo dei missionari ha raggiunto tutti, bambini, giovani, adulti, anziani. E per questo il vescovo rivolge «un sentito ringraziamento con il cuore al seminario regionale di Anagni, dal rettore ai formatori a tutti i seminaristi, come segno di grazia in mezzo a noi». Una missione a forte spirito vocazionale, perché l’incontro con Dio amplifica il realizzarsi dei nostri sogni. «È triste una vita senza direzione – sottolinea il vescovo – perché si rischia di essere diretti da bisogni altrui, senza trovare pace. Nessuno può vivere bene la propria vita senza un’amicizia profonda con Dio, è Lui che vuol avere bisogno di noi per realizzare qualcosa di unico e irripetibile. Non si può pretendere di attraversare la vita con dei piccoli cabotaggi che navigano sotto costa, senza mai aver il coraggio di prendere il largo». Bisogna trovare il coraggio di scelte forti, senza lasciarsi bloccare da tanti perché, da quello che gli altri potrebbero pensare; non bisogna lasciare che i dubbi e le incertezze arrivino a vanificare l’iniziativa di Dio. Per tutti sia di esempio Maria, che con il suo eccomi ha espresso fiducia incondizionata e ha risposto il suo a Dio, facendosi madre e serva del Servo di Dio, Gesù, cogliendo nella logica del servizio quanto di più grande si possa realizzare. La peregrinatio, che inizia a chiusura della settimana missionaria, rappresenta la visita di Maria alla nostra quotidianità. «Invitiamo Maria a varcare la soglia di tutte le famiglie: sarà testimone ideale della chiamata che Dio riserva a ciascuno di noi».

Al termine della celebrazione, il rettore del santuario, don Antonio Molle, ha ringraziato tutti i presenti, dai fedeli ai seminaristi, al vescovo, tutti coloro che hanno dato e daranno il loro contributo per la peregrinatio della Madonna bruna.

Infine, dopo la benedizione, un lungo corteo di auto e pullman ha scortato il mezzo con la statua della Madonna fino al vicino paese di Settefrati, illuminato dai caldi bagliori di migliaia di fiaccole, dove dopo la suggestiva fiaccolata la Statua della Madonna Bruna si è fermata in chiesa per la Veglia, prima di partire il giorno seguente per la Valle Roveto prima tappa della Peregrinatio Mariae.

– Carla Cristini

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