Tra i passi della Sacra Scrittura molti parlano della chiamata che Dio rivolge ai suoi figli ma nessuno lo fa in modo tanto suggestivo quanto quello del Profeta Isaia: “Non temere, perché io ti ho riscattato, ti ho chiamato per nome; tu sei mio!Quando dovrai attraversare le acque, io sarò con te;
quando attraverserai i fiumi, essi non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco non sarai bruciato
e la fiamma non ti consumerà, perché io sono il SIGNORE, il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore; […] tu sei prezioso ai miei occhi,sei stimato e io ti amo, io do degli uomini al tuo posto, e dei popoli in cambio della tua vita.” (Isaia 43, 1-4).
Isaia dice bene, il Signore ci chiama per nome e nel farlo ci ama allo stesso tempo e questo è ciò che è avvenuto durante la missione popolare tenutasi dal 21 al 27 settembre 2014; il Signore, attraverso l’opera dei missionari seminaristi e laici, è entrato nelle scuole, è passato per le piazze, ha sostato nelle case e si è fermato a rinvigorire la fede di tutti i suoi discepoli.
Il tema “Chi-amati a rispondere” è stato rispecchiato in pieno perché tutti coloro che sono stati investiti dalla missione sono stati amati e sono stati destinatari di un messaggio di Amore che va avanti da due millenni e continuerà ad andare avanti per sempre proprio perché Cristo è l’esempio perfetto dell’Amore per cui si è disposti a dare la vita per l’altro.
Possiamo ripensare a questa missione considerando le parole di Gesù nel Vangelo di Matteo, “Andate per tutto il mondo, predicate il vangelo a ogni creatura” (Matteo 16, 15), per cui ci resta il monito di continuare a portare questo messaggio a tutti, non andando chissà dove per condividerlo, ma mettendolo in comunione con chi ci è vicino a casa, a scuola, sul lavoro, in treno, in autobus, in aereo e in macchina.
Il seme è stato gettato e la terra arata: essa si è dimostrata una buona terra, ora tocca a noi essere contadini di Cristo e per Cristo in modo da far germogliare buoni frutti.
Luca Fiorletta