“Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me” (Gal 2,20)

Si potrebbe riassumere con questo versetto paolino la due giorni del Vescovo Gerardo il quale, lo scorso 25-26 Gennaio, ha fatto visita ai seminaristi della nostra Diocesi che studiano presso il Collegio Alberoni di Piacenza. Nell’occasione il Vescovo ha presieduto la Celebrazione Eucaristica nella festa della Conversione di San Paolo, tra l’altro anniversario della fondazione della Congregazione della Missione (Padri Vincenziani) i quali curano la formazione teologico-spirituale degli alunni. Nel clima di rendimento di grazie i momenti di gioia sono stati condivisi con la comunità formativa ed i ragazzi nella magnanima carità di Dio che tutto unisce.

Il Vescovo Gerardo, nella visita menzionata, ha completato la “squadra sorana” accompagnando nel suo ingresso in seminario il diocesano Loreto Castaldi di Santopadre affinché compia la formazione necessaria che lo condurrà verso il Sacerdozio.  Non sono più io che vivo ma Cristo vive in me sta a sottolineare la scelta di vita che ogni persona pone in essere una volta compresa la sua chiamata: l’io non esiste più, rinuncio totalmente a me stesso per lasciare agire attraverso di me la grazia di Cristo ed essere nel mondo le sue mani, i suoi piedi, i suoi gesti. Ma l’affermazione vuole rimarcare anche il passaggio compiuto da San Paolo, il quale in un moto interiore dell’anima e dello spirito ha subito un capovolgimento: da persecutore di Cristo a perseguitato dall’amore di Cristo, dall’applicazione ferrea della Legge al lasciarsi condurre dall’Altro, dal confidare in un’idea al credere nella persona di Cristo.

Un percorso di rinnovamento interiore, di santa inquietudine nel trasmettere il messaggio di Cristo e di attenzione ai bisogni del prossimo compiuto anche da San Vincenzo de Paoli fondatore della Congregazione della Missione, da sempre deputata alla formazione del clero e che il Cardinale Giulio Alberoni (1664-1752) volle a guida del Collegio da lui istituito a Piacenza.

L’ Almo Collegio Alberoni di Piacenza ospitò i primi seminaristi nel 1751 e fu fondato per l’opera del Cardinale su menzionato che, da umili origini, arrivò ad essere il primo ministro di Spagna del re Filippo V; alla morte, il Cardinale lasciò i suoi averi per la formazione del clero piacentino a patto che i candidati fossero poveri ma intelligenti. A questo va aggiunto un grande e preziosissimo patrimonio storico-artistico (dipinti, arredi, numerosi volumi pregiati) su cui svetta il delizioso dipinto quattrocentesco dell’“Ecce Homo” di Antonello da Messina in cui Cristo legato alla colonna, ci guarda indifeso ed interroga quasi a dire: perché mi tratti così? Cosa ho fatto di male? Oggi il Collegio è una comunità multietnica ed internazionale composta da 37 seminaristi che della benevolenza del Cardinale ne fanno sostentamento per compiere il progetto di vita sacerdotale.

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