Amato Vescovo Gerardo,
al termine di questa esperienza spirituale che possiamo definire come immersione profonda nel vivo del Corpo di questa Chiesa locale di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo, mi rendo interprete, insieme con il carissimo Don Fortunato e tutti i confratelli presbiteri, dei sentimenti di questo popolo santo di Dio, convocato per cantare in eterno la misericordia del Signore. Sono sentimenti di lode e di stupore riconoscente alla Trinità Santa, per il dono di grazia che offre a noi attraverso i “santi segni” sacramentali.
Il segno del Sacerdozio, anzitutto, che brilla della luce che emana dal volto del Cristo, consacrato dall’amore del Padre per fare di noi i consacrati all’amore verso i fratelli. E risplende nella Messa Crismale il “segno” del Vescovo, reso padre nello Spirito, senza perdere la condizione di figlio di Dio e fratello, come lei ha puntualmente messo in evidenza nell’Omelia.
Noi presbiteri e l’intero popolo santo di Dio intendiamo ringraziarla per la vita che sta spendendo per questa Chiesa, da lei amata, visitata, fecondata con incredibile e quotidiana effusione e profusione di sollecitudine pastorale e umana.
Nell’ottobre scorso, quando ci ha comunicato la decisione del Santo Padre Francesco della costituzione della nuova Diocesi, lei ha citato il segno biblico della Tenda che allarga gli spazi per riconoscere tutti e ciascuno non come ospiti, ma come “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). Nei cinque mesi di vita della nuova realtà ecclesiale, Lei è stato il primo e infaticabile operaio addetto alla sistemazione dei pioli e di quanto occorreva perché la Tenda divenisse abitabile econfortevole per tutti i chiamati a condividere l’intimità della vita ecclesiale.
Non c’è angolo sperduto della Diocesi, da S. Pietro Infine a Pescocanale, che non sia stato visitato; non c’è nessun figlio di Dio di questo vasto territorio che non abbia avuto l’opportunità di incontrarla, di vedere il suo volto, di ascoltare la Parola della vita.
Il suo esempio sprona continuamente tutte le componenti ecclesiali a spendersi per raggiungere l’obiettivo di una piena comunione : sacramentale, liturgica, spirituale, culturale, strutturale, organizzativa, economica. Solo nella comunione siamo in grado di essere missionari, “afferrati dal Risorto” per “uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare”.
Vogliamo dirle grazie per il dinamismo spirituale da lei impresso alla nostra Chiesa e vogliamo essere sempre più coinvolti e coinvolgenti, perché abbiamo ricevuto da lei gli oli profumati del buon odore che è Cristo. E il profumo di sua natura si dona, allarga i confini della persona e avvolge l’altro in un abbraccio più grande. Torneremo nelle nostre comunità a portare i segni della paternità del Vescovo. Porteremo gli Oli profumati nelle nostre Chiese, come abbraccio di Cristo, Martire dell’amore del Padre, Sommo ed Eterno Sacerdote. I fedeli, ripieni di Spirito Santo, saranno coinvolti nel diffondere il profumo della santità, perché hanno ricevuto l’Olio che sana le ferite, l’Olio che illumina la vita, l’Olio che consacra per la Missione, l’Olio di esultanza.
Vogliamo infine ricordare l’anniversario della sua ordinazione episcopale, l’8 aprile di due anni fa: non facciamo una festa particolare in quel giorno, ma per noi è la Messa Crismale a darci la gioia di augurarle un lungo e fecondo servizio episcopale nella nostra Chiesa.
Mons. Antonio Lecce