di capire gli altri e cosa davvero si nasconde nel loro animo. L’insegnamento va fatto con il cuore, sapendo orientare bambini e giovani, stando loro vicini per accompagnarli quando si allontanano e saper accoglierli quando rientrano.
“La fede ha una storia” è stata la frase con la quale don Salvatore Soreca ha aperto l’incontro del 22 settembre, ricordando a tutti i presenti che c’è una relazione continuativa tra le vicende di Gesù il Nazareno e le storie dei suoi diversificati incontri con le persone. La fede, ha sottolineato don Salvatore, è una storia di racconti, una sinfonia di linguaggi e narrazioni, costituita da tre parole chiavi: “Narrazione – Umanesimo e Misericordia”. Il cuore centrale sta nella “Misericordia”, come afferma lo stesso Papa Francesco: “La Misericordia è ciò che noi sentiamo quando guardiamo con sincerità al fratello che ci è di fronte”. La Misericordia di Dio non è astratta ma è una realtà concreta che ogni comunità cristiana deve far vivere e narrare di generazione in generazione: solo così la “fede” avrà una “storia”. Un altro aspetto, sottolineato da don Salvatore, è il concetto del “generare alla fede”: così come una madre genera il proprio figlio, con un rapporto viscerale, così la fede va trasmessa di generazione in generazione.
Don Salvatore conclude rivolgendo una domanda all’Assemblea “Cosa vuol dire per una comunità la parola “Chiesa”?” Forte la risposta “E’ ben chiaro che la Chiesa stessa è una comunità narrante” con l’augurio che la Diocesi Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvo sia sempre più, con le sue parole e la sua “vita narrata”, strumento intimo di Dio.
La preghiera, nelle giornate del convegno, è stata animata dal gruppo vocale “Camerata sonora”, diretto dal M° Cellucci, e dalla Corale polifonica “S. Clino Abate” di Esperia, diretta dal M° Di Dea
– Gianna Reale e Simona Giovannone
– Foto di Rosalba Rosati