“Maria, salus infirmorum”, Maria, tempio dello Spirito santo”, “Maria, regina della famiglia”… No, non stiamo recitando le Litanie alla fine di un Rosario, ma sono solo alcuni dei “nomi” con cui abbiamo pregato la Vergine lauretana in questi giorni di festa, accompagnando alle parole sempre gesti concreti, volti veri, situazioni di vita diverse.
Così nel Triduo di preparazione lunedì sera ci siamo ritrovati intorno all’altare con portatori di handicap, anziani e malati, che hanno ricevuto il Sacramento dell’Unzione degli infermi. Sentimenti contrastanti hanno albergato nei nostri cuori, perché alla fragilità della natura umana si contrappone sempre una forza d’animo inaspettata, in una vita apparentemente senza speranza pulsa un animo capace di lottare e di guardare oltre i limiti e le finitezze umane. E’ il prodigio della fede, è la molla che ti rende compagno di strada di chi soffre e da solo non ce la fa e anche se la vita è dura e carica di fatiche, dolori, affanni e preoccupazioni, sai ancora sorridere, sai ancora pregare, sai ancora dire “sto bene, grazie”. Anche noi diciamo “grazie” a ciascuno dei presenti, ai loro parenti ed Amici, ai volontari dell’Unitalsi per il loro servizio così ricco di compassione e di amore evangelico.
Martedì 8 è stato un tripudio di gioia, di bellezza, di vivacità, di armonia. Dinanzi alla bella immagine della Vergine Immacolata adorna di fiori e avvolta dal profumo di incenso, è sfilato un mondo intero. Al mattino piccoli e grandi hanno portato un fiore a Maria e sei bambini –Alessandro, Carola, Giacomo, Lorenzo, Lorenzo e Sofia– sono stati battezzati, mentre nel pomeriggio è stata la volta dei ragazzi cresimandi che, accompagnati da genitori, padrini e madrine, hanno preso lì’impegno a ricevere il Sacramento della Confermazione con serietà e coerenza di vita. E’ seguito un momento di festa straordinaria, quando il Parroco e il Sindaco accompagnati dalla Banda comunale sono passati di piazza in piazza per l’accensione delle luminarie e degli alberi di Natale. E poi di nuovo in chiesa per il Concerto in onore di Maria: il suono melodioso di violino, violoncello, chitarra e piano si è alternato alla voce del tenore spaziando da brani classici a inni religiosi, dalle colonne sonore al canto finale di Natale. Un degno modo anche di inaugurare il bel Presepe napoletano dalla scenografia maestosa, opera di un gruppo di esperti volontari. “Grazie” a tutti e a ciascuno di loro!
Il giorno della vigilia, poi, i nostri cuori, le nostre preghiere, il nostro affetto hanno semplicemente cambiato volto, perché fissati sulla Vergine bruna. A mezzogiorno la bella statua della Madonna di Loreto, vestita a festa e ingioiellata, è uscita dalla sua cappellina e tra canti, suoni di mortaretti e rintocchi festosi di campane è “salita” in alto, ripetendo un rito antico, capace sempre di forti emozioni. Il pomeriggio, nell’aria densa del profumo delle crespelle – ed il “grazie” va al gruppo di donne ed uomini che si sono fatti carico di questa gustosa “fatica” – la parrocchia ha visto coronato il sogno di una coppia di sposi, che hanno ricevuto il Sacramento del Matrimonio circondati da tanti amici e dai compagni di scuola dei loro figli.
Giovedì 10, infine, in una giornata di dicembre quasi primaverile, la festa della Patrona ha coinvolto tutta la città ed i paesi vicini, con la fiera del mattino e la solenne concelebrazione eucaristica del pomeriggio. I sacerdoti delle tre parrocchie isolane, don Alfredo, don Dante e don Roberto, hanno accolto il Vescovo Gerardo, che nell’omelia ha invocato Maria come “Porta santa della salvezza” perché Dio attraverso di Lei è entrato nella nostra storia. Siamo tutti invitati ad attraversare quella Porta santa che è il Cuore misericordioso di Maria e come Lei mai dobbiamo essere indifferenti a quanto accade dentro di noi e intorno a noi, ma imparare a porci le domande fondamentali sul senso delle cose, sul valore delle persone, sul significato degli incontri. “Grazie, Eccellenza!” per la sua presenza e le sue parole.
Il ritorno del Gonfalone storico, andato perduto ed ora ritrovato, l’accensione della lampada che arderà per un intero anno con l’olio offerto dal Comune, il Rosario pregato e cantato durante la processione per le vie della città, mentre i portatori si alternavano a sostenere il dolce peso della Vergine Lauretana nel suo tronetto dorato, il concerto finale in una piazza ormai gelida a dispetto del suo nomignolo “callarone” che ricorda il caldo afoso dell’estate, sono “cammei” preziosi di una festa che esalta e rafforza la fede e la vita di una comunità. “Grazie, Maria!”
Luciana Costantini
Foto Rosalba Rosati