LA PAROLA… VISSUTA

Commento alla Liturgia di domenica (15-12-’13)

Nel cuore dell’Avvento la liturgia ci parla di gioia, intrisa però di un diverso senso dell’amore. Siamo invitati a riconoscere che Dio è presente nella nostra vita non per distinguere buoni e cattivi, bensì chi ama da chi non ci riesce (o non vuole). Nella medesima direzione insistono il profeta Isaia (I lettura) e l’apostolo Paolo(II lettura): l’invito ripetuto alla gioia è mo-tivato da questa vicinanza divina che scaccia il timore, revoca la condanna, disperde il nemico, sconfigge l’angoscia e nella pace custodisce il cuore…

Giovanni Battista: conosce bene la sua missione, il suo ruolo: essere il banditore di Gesù! Non è la luce, ma un testimone della luce. A noi, lui ricorda che siamo discepoli fragili, pur con il tesoro della parola e della grazia in vasi di creta, senza pretese. È un vero profeta, Giovanni Battista ed invita noi ad essere testimoni di un Amore che ci sorpassa perché più grande di noi.

Giovanni dalla prigione, perché profeta scomodo, manda i suoi discepoli per chiedere a Gesù se è il vero Messia promesso.

Gesù mostra la sua identità: promessa e fatti sono corrispon-denti, Dio è in mezzo al suo popolo!
I segni della presenza di Gesù non sono realtà lontane: se ciechi, sordi, storpi lebbrosi…sono guariti, la salvezza di Dio è qui, all’opera! Nel nostro tempo, come si esprime la salvezza? Dio per continuare la sua opera ha lasciato ai suoi discepoli l’impegno di esprimere la salvezza. Ma chi riesce ad amare e operare alla maniera di Dio? Noi siamo pieni di dubbi ed incertezze! Diventiamo Vangelo vivo e Vangelo annunciato… così riusciremo ad essere testimoni che credono e portano alla fede.

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