Coraggio, e buon Natale a tutti.

Rivolgo di cuore il mio augurio a tutte le famiglie del nostro territorio. Ma in modo speciale mi sento vicino a quelle maggiormente travagliate dai problemi sociali, dalle difficoltà occupazionali ed economiche, dalle diverse esperienze di sofferenza.

Accolgo e ascolto la disperazione di tante persone, giovani e meno giovani, soprattutto di quelle già povere, ma che in questi lunghi mesi rasentano la miseria.

Colgo la tristezza di moltissimi giovani che sambrano perdere fiducia in tutto e in tutti, pensando di non poter contare su alcun punto di riferimento.

Colgo l’immobilismo di una politica che si accapiglia, indifferenti ai problemi reali della società, una politica che si attorciglia e si accartoccia sulla difesa dei propri privilegi e tornaconti personali, o di partito, o elettorali.
“La dignità di ogni persona umana e il bene comune sono questioni che dovrebbero strutturare tutta la politica economica… Quante parole sono diventate scomode per questo sistema! Dà fastidio che si parli di etica, dà fastidio che si parli di solidarietà mondiale, dà fastidio che si parli di distribuzione dei beni, dà fastidio che si parli di difendere i posti di lavoro, dà fastidio che si parli della dignità dei deboli, dà fastidio che si parli di un Dio che esige un impegno per la giustizia” (Papa Francesco, Evangelii gaudium 203).

C’è un delicatissimo deficit di speranza che può diventare serbatoio di una miscela esplosiva.

L’augurio è un invito a impegnarsi, nonostante tutto, per la speranza, con la forte fiducia che il bene dovrà prevalere per tutti e con l’impegno di tutti; bisogna credere nel bene che ognuno può e deve compiere.

Dio ci invita a sperare, ma anche a saper costruire il bene della società, della famiglia e dei singoli, a partire dalle responsabilità di ciascuno, Istituzioni civili e religiose, famiglie, associazioni e singoli cittadini.

Natale significa la venuta e la presenza di Dio tra gli uomini: Lui si impegna per primo a indicare qual è il vero bene da costruire. Dio, poi, sa come valorizzare il bene compiuto da ciascuno, e come moltiplicarlo a beneficio di tutti.

L’incarnazione di Gesù, Figlio Dio, è il sigillo di questa alleanza tra l’umano e il divino: Dio viene a fare la sua parte e a sollecitare l’uomo a fare la propria parte. Insieme si può costruire un mondo nuovo e diverso.

Il bene compiuto, anche nella misura più piccola e nascosta, assume un valore grande. Il Natale ci dice che vale la pena fare il bene, quando intorno sembra che tutti facciano del male. Così non può essere. Coraggio, e buon Natale a tutti.

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