Sora, il vescovo a tutto campo: “Forconi, voce importante se difende disagio sociale”

Il vescovo di Sora, monsignor Gerardo Antonazzo, nel corso di un incontro è intervenuto su più argomenti.

LA PROTESTA DEI FORCONI

«L’aspetto più positivo che sto cogliendo da questa contestazione è che non stanno rappresentando la difesa di interessi di una categoria, ma diversi di loro si dicono voce di un diffuso disagio sociale. Se è questo ben venga, perchè è una voce importante. Ma se andiamo ancora a difendere interessi di categoria, stiamo facendo un buco nell’acqua». Lo ha detto il vescovo di Sora commentando la protesta dei «Forconi» durante un incontro con i giornalisti.

«Non è più tempo di difendere né privilegi né una singola categoria – ha aggiunto monsignor Antonazzo – non si vive più in questo modo. Se continuiamo a vivere ancora il rischio della difesa del proprio spazio socio-economico, questo va a danno di altri che non sono tutelati e sostenuti». Per il vescovo di Sora se la protesta dei Forconi «è voce di un disagio sociale deve essere ascoltata dalle istituzioni, ma deve coagulare intorno altre voci perchè diventino un’espressione condivisa di un disagio realmente vissuto dalla gente».

“ISTITUZIONI LONTANE DALLA GENTE”

«L’impressione che a volte si respira è che le istituzioni stiano lì indaffarate a risolvere i loro conflitti e non ascoltano più la vita reale della gente. Alla gente non interessa più quello che può accadere in termini di ripicche e conflitti tra schieramenti contrapposti», ha spiegato il vescovo di Sora.

«La gente – ha aggiunto – non vuole più sentire questo, non è quello il problema che deve affrontare. Le istituzioni devono riconvertire il loro modo di fare e recuperare il servizio della politica per la gente, perchè deve rispondere ai problemi e alle necessità delle persone. La gente – ha concluso – deve farsi ascoltare e dire a chiare lettere quali sono le diseguaglianze, ingiustizie, le cose imperdonabili, perchè ci sia una risposta a tutto questo e un rimedio a una situazione difficile che tocca tutti».

“FAMIGLIE ESPOSTE A RISCHI”

«Le due difficoltà emergenti sono la disgregazione familiare e il disagio giovanile. La prima è data da moltissime famiglie in difficoltà relazionali, molto indebolite nei loro rapporti interni: il fattore economico non è la ragione fondamentale. Questo crea status vita molto debole ed espone la famiglia a forti rischi», ha aggiunto il vescovo parlando della situazione di crisi nel comprensorio della Diocesi.

«Il disagio giovanile – ha aggiunto – è sotto gli occhi di tutti, dovuto anche al discorso occupazionale. È collegato con la frammentazione familiare e porta molti giovani a non avere più punti di riferimento. Negli incontri con tutti i sindaci del comprensorio – ha concluso il vescovo – ho avuto un riscontro concreto di questi due fattori emergenti. Subito dopo le feste vedremo che cosa si può tornare a focalizzare come possibili ipotesi di intervento».

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