La Liturgia odierna ci fa entrare nella profondità del mistero della Sapienza divina.
Questa Sapienza è la stessa Parola fatta carne, che nel tempo di Natale, che stiamo vivendo, ci è stata più volte annunciata.
E’ mediante Gesù Cristo, Parola incarnata, che Dio ci ha predestinati ad essere suoi figli adottivi.
Apriamoci a questo mistero di grazia, perché esso inondi la nostra vita e la trasformi dal di dentro.
Questa Domenica costituisce come il ponte tra il Natale e l’Epifania, un’occasione per lasciar sedimentare la ricchezza del mistero cristiano celebrato nelle liturgie precedenti e per disporre l’animo agli appuntamenti seguenti, che portano a compimento il Tempo di Natale ed aprono al Tempo Ordinario.
La “Parola” del Padre si è fatta carne; Gesù è per noi il volto visibile di Dio Padre. Per molti questa parola cade oggi nel vuoto, è disprezzata e contestata. In una società che si vuole secolarizzata l’indifferenza di fronte a Dio è lo stile di vita diffuso.
Eppure la Parola di Dio, che continua a fissare la sua tenda in mezzo ai nostri deserti, continua anche a interpellare; più che mai si avverte il bisogno della Sapienza di Dio, «Io sono uscita dalla bocca dell’Altissimo e ho ricoperto come nube la terra… Prima dei secoli, fin dai principio, egli mi creò… ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso…». Gesù è chiamato la Parola, il Verbo, in quanto rivelazione definitiva del Padre.
Il Verbo è la Parola di Dio che si è fatta carne e ha piantato la sua tenda fra noi; in lui Dio «ci ha benedetti con ogni benedizione…». Gesù è la Parola di Dio: non può essere una Parola che non ha senso.
Ciò è avvenuto in Gesù di Nazareth. Gesù è la Parola che ha rotto il “relativo silenzio” di Dio. Il contenuto di questa Parola è Dio stesso. Un Dio diverso da come lo pensavano gli uomini: è un Dio-Trinità d’Amore, è un Padre misericordioso che ama l’uomo e lo vuole salvo. Gesù «a tutti i credenti indica la via della verità».
Il Dio di Gesù Cristo non è una specie di tiranno, benevolo o irritato, secondo i casi, che interviene arbitrariamente nel corso degli avvenimenti per arrestarne alcuni o modificarne altri. Credere in un Dio così, è sedere nell’anticamera dell’ateismo… e nessuno di noi ne è così lontano!
Mario zeverini