«Caro amico, ascolta la tua coscienza. Non voglio chiamarti ladro, perché desidero fortemente immaginare che ti ha portato ad appropriarti di questi oggetti sacri d’argento antico: la navicella, il secchiello dell’acqua santa e l’incensiere, solo una tua forte passione per l’antiquariato, oppure, forse, una tua particolare devozione religiosa. Anche da parte dei sorani, devoti di S. Restituta, ti chiedo, con una forte preghiera, di riconsegnare quanto, solo provvisoriamente, hai trasferito in altri luoghi, perché questi oggetti possano tornare ad esprimere gesti di venerazione alla Martire, patrona della nostra Città.
La Chiesa è sempre aperta. Trova tu, anonimamente, il luogo, il modo ed il tempo per la restituzione. Diverrebbe un atto di coscienza, di dignità e di coraggio. Io continuerò a pregare per te». È l’appello al ladro, o ai ladri, lanciato da mons. Bruno Antonellis, dopo la scoperta del furto sacrilego. Tre oggetti sacri, spariti nel nulla, nel giro di quindici giorni. Un furto a tappe. È amareggiato don Bruno, con un misto di offesa e di delusione. Gli oggetti, con un proprio valore artistico e di antiquariato, catalogati anche dalla Soprintendenza alle Belle Arti, potrebbero finire sul mercato nero, oppure, come è più probabile, nelle mani di qualche collezionista senza scrupoli, o ancora peggio, fusi per pochi spiccioli. Don Bruno Antonellis aveva opportunamente conservato alcune fotografie degli oggetti trafugati, cosa che consentirà ai Carabinieri della Stazione di Sora, ai quali è stata presentata la denuncia, di attivarsi e procedere a tutto campo nelle indagini. Di certo, l’auspicio è che il ladro possa pentirsi e restituirli. Sono oggetti che risalgono a circa cento anni fa e, addirittura, la navicella, che serve a contenere i grani d’incenso, era stata recuperata tra le macerie della Chiesa di S. Restituta, crollata a causa del terremoto del 1915. Perciò risulta trafugata anche un po’ di storia di Sora. L’oltraggio al luogo di culto, nella centralissima piazza di S. Restituta, colpisce al cuore l’intera comunità sorana. Si deve ora continuare concretamente a realizzare un progetto, da parte delle Istituzioni, al fine di investire risorse e potenziare il decoro e la sicurezza dei luoghi più rappresentativi della Città.
Gianni Fabrizio