Anche questo anno molte famiglie, a causa della crisi economica e occupazionale che imperversa ormai da alcuni anni, hanno dovuto tirare la cinghia per tentare di tirare avanti e arrivare a fine mese. Ai problemi di salute e familiari, quali le separazioni, le dipendenze varie, le perdite dei propri cari, i rapporti di incomprensione tra genitori-figli, si aggiungono la perdita di lavoro, la Cassa integrazione, la precarietà sia nel lavoro che nei sentimenti. Si, anche nei sentimenti perché il perdurare della crisi, oltre a portare ad una perdita di fiducia nelle Istituzioni, perché non ritenute in grado di superarla, e di speranza perché ancora non si vede la luce in fondo al tunnel, ha colpito anche i rapporti interpersonali, per cui non ci si impegna più a lungo termine. Si vive nella precarietà. Dove in casa ci sono disoccupazione e frustrazione, i figli non crescono in modo sereno e le conseguenze sul piano psicologico possono essere molteplici: ribellione nei confronti dell’educazione, svogliatezza nello studio, ricerca delle cosiddette “cattive compagnie”. Famiglie sfiduciate crescono figli arrabbiati o, ancor peggio, intimoriti e fragili. Siamo diventati tutti più poveri e il divario con i ricchi è notevolmente aumentato. Anche per noi volontari è stato un anno difficile. Come si fa a dare speranza e fiducia alle persone che bussano alla nostra porta se sono afflitte da così tanti mali? Anche se il nostro sforzo è stato molto apprezzato, ci siamo resi conto che l’aiuto profuso, seppure importante per gli interventi alimentari o economici e soprattutto per la vicinanza e la comprensione che abbiamo manifestato ai loro problemi, non è stato sufficiente a risollevarli del tutto. Spesso ci sentiamo impotenti di fronte a tante sofferenze e problemi e constatiamo tristemente che i nostri mezzi e le nostre risorse sono limitati, nonostante ciò continuiamo a infondere speranza alle persone e le invitiamo a non cedere alla disperazione ricordando loro che Dio è sempre vicino alle persone che soffrono.
I dati raccolti dal nostro Osservatorio sono molto indicativi. Soltanto nel nostro Centro “Porta Aperta” abbiamo accolte circa 200 famiglie. Di queste il 30% sono nuovi casi, cioè famiglie che si sono rivolte alla Caritas per la prima volta. Nel corso dell’anno abbiamo avuto colloqui con circa 1200 persone con una media di 100 persone al mese. E’ un segno importante della Chiesa fatta di vicinanza ai problemi delle persone più disagiate con una struttura che è da 21 anni presente sul territorio. Gli stranieri sono balzati al 33% mentre l’anno scorso erano al 22%. Sugli immigrati questo anno dobbiamo registrare anche una tendenza: diverse famiglie stanno facendo ritorno alla loro terra perché non riescono a guadagnare a sufficienza per il loro sostentamento. Molti ancora non se ne vanno perché i figli frequentano la scuola e gli piace stare in Italia. Aumentano invece i ragazzi stranieri che fino a 18 anni vengono accolti nelle Case Famiglie dopodichè si ritrovano a dover scegliere tra rimanere in Italia facendosi sfruttare lavorando per poche decine di euro al giorno oppure andare verso altri Paesi europei più accoglienti. Le problematiche più importanti sono dovu-te a: problemi economici (95%), problemi di occupazione (72%), problemi familiari (33%), problemi di salute (17%), problematiche abitative (10%). Gli interventi effettuati, oltre al vestiario per bambini, hanno riguardato gli alimenti (85%) e il pagamento di bollette e spese relative alla sanità (22%). Inoltre, al 12% delle famiglie che si sono rivolte a noi, abbiamo cercato di dare delle risposte più adeguate coinvolgendo altri Enti e Istituzioni. Per quanto riguarda lo stato civile delle persone abbiamo: il 52% di coniugati, 13% di separati, 10% di conviventi, 26% di non sposati o vedove. Le nostre entrate economiche sono per il 42% donazioni fatte dalla Diocesi che riversa sul territorio una parte dell’8 x mille, e per il 58% da manifestazioni per la raccolta fondi e dai sostenitori del nostro territorio che mensilmente offrono una libera quota.
Oltre che alla Diocesi e ai sostenitori il nostro ringraziamento è rivolto anche ai Parroci della Zona che in occasione dell’Avvento fanno una raccolta straordinaria da devolvere per le necessità dei poveri, e all’Amministrazione comunale che questo anno ha devoluto 1500 euro per l’acquisto di alimenti rinunciando a qualche attività d’intrattenimento nella stagione estiva.
Luigi Mancini