A Sora la festa di San Rocco, il giorno 17, vede un altro momento che è ormai diventato un tradizionale appuntamento a cui non si può mancare: la benedizione dei nostri fedeli amici, i cani. Ieri pomeriggio il sagrato della chiesa era un allegro guaire e scodinzolare di circa 150 simpatici musetti di tutte le specie e taglie, a cui i loro compagni “umani” hanno voluto far dono di una particolare benedizione impartita con la preghiera, da padre Salvatore Crino; a tutti i partecipanti è stata infine donata una medaglietta ricordo. Perché questa “festa” speciale? Voluta anni fa dal compianto don Rocco Bifolchi, prematuramente tornato tra le braccia amorevoli del Padre, per ricordare a tutti la bontà dei nostri amici a quattro zampe, in particolare del cane di San Rocco, la cui storia commovente si fonde con la leggenda. Il nostro amato Santo, malato e sofferente, si era rifugiato in una grotta; un giorno fu scoperto e sfamato da uno dei cani della muta del nobile Gottardo Pallastrelli, signore di Sarmato. Lo stesso Gottardo si accorse che il suo cane prendeva un pane dalla tavola e fuggiva via. La scena si presentò per più giorni, tanto che il suo padrone volle seguirlo e scoprì così il rifugio di San Rocco, a cui il cane portava il pane rubato. Il nobiluomo, contagiato dalla santità di Rocco, seguì il suo esempio, rinunciando a tutti i suoi beni e dedicandosi alla cura dei malati.
– Carla Cristini