Cassino, Chiesa Madre: la Messa di fine anno del Vescovo

Mercoledì 31 dicembre, il Vescovo Gerardo ha voluto, con delicatezza d’animo, essere presente a Cassino nella Chiesa Madre, dove per lunghissima tradizione di decenni e decenni si era soliti assistere al solenne Te Deum di fine anno con l’Abate e Ordinario, per chiudere l’anno 2014 con una solenne Celebrazione Eucaristica di ringraziamento.

Commentando le letture della solennità di Maria SS.ma Madre di Dio, Mons. Antonazzo ha rilevato come questa solennità coincide con la 48ª Giornata mondiale della Pace, a cui Papa Francesco ha dato come tema “Non più schiavi ma fratelli”. Ha poi incentrato il suo discorso sulla maternità di Maria, di cui ha sottolineato quattro aspetti. Il primo è che, grazie alla maternità di Maria, la Parola di Dio è entrata nella storia dell’uomo: Colui che è invisibile si è fatto visibile, l’infinito si è fatto delimitare nello spazio e nel tempo, come un abbraccio tra l’eterno e il provvisorio, l’ infinito e il limitato.

Il secondo è che si tratta di una maternità verginale, cosa impossibile e incomprensibile umanamente ma possibile a Dio. Come Maria, Vergine e Madre, anche la Chiesa può generare Gesù nel cuore delle persone, ma il suo cuore deve rimanere vergine, cioè in assoluta fedeltà a Dio come Maria, Vergine perché fedele all’amore di Dio. Così la Chiesa – ha proseguito Antonazzo con tono vibrante – non deve conoscere prostituzione né di fronte al potere né al denaro… Nessuna tentazione umana deve violentare o inficiare la verginità di Maria e della Chiesa. E’ una condizione esigente ma è così, la Chiesa deve vivere per Gesù.

Terzo aspetto messo in rilievo è la universalità della maternità di Maria. A Lei ognuno può dire “Madre mia e Madre nostra”, la sua maternità si estende a tutti senza esclusioni. Maternità che si compie nella maniera più completa e piena sul Calvario. Sotto la croce Maria, attraverso Giovanni, diventa Madre di tutti, partecipando al dolore del Figlio, come le aveva predetto il vecchio Simeone: “una spada ti trafiggerà l’anima”. Quella di Maria, ha aggiunto il vescovo, è una maternità universale concreta e reale, non fittizia. La sua tenerezza è per ogni figlio che la sa invocare.

Ultimo aspetto: la maternità di Maria, pur essendo tenera, è esigente nel compito educativo che Ella svolge in pienezza. Dopo la Pasqua, Maria è nel cenacolo con gli Apostoli in attesa dello Spirito Santo, ed è generatrice di una nuova fraternità, come deve essere la Chiesa missionaria, “in uscita”. L’ansia di una madre è di vedere uniti i figli, ma la fraternità non è mai scontata. Maria ne è garante, custode e promotrice. Ognuno sa che Lei richiede un legame tra noi, vuole una fraternità pura e purificata tra i fratelli che sono suoi figli. Non può una mamma amare un figlio indipendentemente dagli altri figli, li ama diversamente ma senza esclusione di nessuno e con l’armonia e la pace tra loro. Oggi ci chiede una fraternità rinnovata, rigenerata, ricostruita. A questo oggi ci richiama la maternità di Maria.

Infine ha concluso: “A Lei affidiamo le nostre comunità civili e religiose perché possiamo vivere tutte le coordinate della nostra storia in fedeltà a Cristo, senza compromessi, ma con la nostra filiazione sincera ed il nostro impegno. Consegniamo tutto questo a Maria, nel segno di un benessere comune e di una fraternità sempre più allargata e condivisa”.

Al termine della celebrazione, il vescovo ha intonato il canto solenne del Te Deum in segno di ringraziamento a Dio per i doni elargiti nell’anno 2014, a cui tutta l’assemblea si è unita.

Poi lo scambio reciproco di auguri è stato caloroso e amichevole: il Vescovo, disponibile con tutti, come sempre ha salutato tutti, dal Sindaco Giuseppe Golini Petrarcone, presente con assessori e consiglieri comunali, alle Forze dell’ordine e a tutti i fedeli accorsi numerosi.

Adriana Letta

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