Civitella Roveto: “Lungo le antiche rue”

Le stradine del centro storico di Civitella Roveto, chiamate in dialetto “rue”, sono tornate a riempirsi dei sapori e dei colori tipici dell’autunno rovetano con la XIV edizione di “Lungo le antiche rue”. Una manifestazione enogastronomica che, però, non trascura mai la dimensione religiosa e spirituale. Prima dell’apertura ufficiale delle cantine, infatti, il Cardinal Angelo Comastri, Arciprete della Basilica Papale di San Pietro in Vaticano, da diversi anni cittadino onorario di Civitella, ha celebrato la Santa Messa inaugurale insieme a Don Franco Geremia e Don Dante Gemmiti.

Sua Eminenza ha dedicato la sua omelia alla figura di Paolo VI, vista l’imminente beatificazione, raccontando tre significativi momenti della vita del Pontefice. Ha quindi ricordato il viaggio, del 1964, in Terra Santa dove, ha raccontato il Cardinale, il Papa ebbe una sorta di illuminazione nei pressi del Santo Sepolcro e scrisse una bellissima preghiera per chiedere perdono a Gesù. “Siamo qui, o Signore Gesù. Siamo venuti come i colpevoli ritornano al luogo del loro delitto, siamo venuti come colui che ti ha seguito, ma ti ha anche tradito, tante volte fedeli e tante volte infedeli, siamo venuti per riconoscere il misterioso rapporto fra i nostri peccati e la tua passione: l’opera nostra e l’opera tua, siamo venuti; per batterci il petto, per domandarti perdono, per implorare la tua misericordia, siamo venuti perché sappiamo che tu puoi, che tu vuoi perdonarci, perché tu hai espiato per noi; tu sei la nostra redenzione e la nostra speranza”.

Comastri ha poi parlato della visita di Paolo VI all’ONU, nel 1965. Un elogio dell’umiltà che sorprese tutti i “potenti” del tempo. In quell’occasione il Papa sottolineò l’impossibilità di costruire la fraternità senza l’umiltà, sostenendo che l’orgoglio divide e spinge l’uomo a prevaricare il prossimo. Ha infine ricordato l’incontro nella Cappella Sisitna con il Metropolita di Calcedonia, Melitone. Era il 14 dicembre del 1975 e Paolo VI, da vero servo dei servi, baciò i piedi del Metropolita che esclamò: “Solo un santo poteva compiere un tale gesto”.

“L’umiltà” ha concluso così la sua omelia il Cardinal Comastri “abbatte i muri e genera fraternità”.

 

Maria Caterina De Blasis

Foto di Italo Tonti e Benedetto Di Pietro

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