Nel Carcere di Cassino, per un Natale all’insegna della speranza.
Cassino, il 5 dicembre, si è volto un incontro singolare, tra chi è recluso nella libertà e chi, volontariamente, si è fatto prigioniero della Parola di Dio. Un’iniziativa che parte da don Alberto Mariani, fondatore dell’associazione Oasi Mariana Betania di Alvito, con la presenza preziosa del vescovo, mons. Gerardo Antonazzo, dell’Amministratore diocesano di Cassino, Don Augusto Ricci, ed il coinvolgimento di alcuni membri dell’Oasi, tutti accomunati dal desiderio di trasmettere e consegnare, ai detenuti della casa circondariale di Cassino, il terzo volume edito dall’associazione. Per presentare/consegnare l’opera, dal titolo Dio, appuntamento quotidiano, è stata organizzata una sorta di meditazione musicale, un momento di riflessione ed amicizia.
Ad esibirsi è stato un piccolo complesso, composto da vari strumenti musicali, i quali hanno dato voce ad alcune pagine del libro attraverso spazi musicali, regalando all’atmosfera la tipicità del periodo natalizio. Giuseppina Bellisario, di Sora, è un membro dell’Oasi che da anni lavora come assistente sociale nel campo delle tossicodipendenze: la troviamo pensosa mentre ricorda le persone incontrate nella casa circondariale di Frosinone, quando mediava per consentire, ad alcuni detenuti tossicodipendenti, di inserirsi in comunità di recupero: «Guardi quei volti e ti sembra di conoscerli da sempre, pensi a quello che hanno vissuto, sei consapevole che è tanto difficile aiutarli, dal punto di vista pratico, perché sono necessarie tante risorse per riuscire a farcela».
Alberto Gulia, il grafico che ha curato il libro ed ha contribuito concretamente per le 300 copie donate al carcere, sì è detto «Sorpreso di trovarmi davanti a tante persone giovani: ho capito che c’è anche chi sta lì per reati lievi. È un confronto con una dimensione diversa, gente che ha vissuto nel marcio ma che ha anche lati positivi». Ad intervenire è stato anche Dionisio Paglia, che con la sua voce calda e serena ha dato un timbro speciale ad alcune pagine del libro. L’incontro è poi terminato con un ringraziamento spontaneo da parte dei tanti ragazzi detenuti, che hanno espresso la loro felicità per aver passato due ore di serenità, nella certezza che la speranza può essere sempre donata e ravvivata, anche con piccoli gesti.
di Antonella Piccirilli