Nella fresca serata romana l’immensa facciata della basilica di San Pietro risplende dello sfolgorio di migliaia di fiaccole: bagliori che salgono al cielo, come le preghiere dal cuore delle migliaia di persone accorse nell’abbraccio del colonnato per unirsi in preghiera con Papa Francesco. Siamo alla vigilia dell’apertura del Sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia, e la nostra Diocesi non poteva far mancare il suo sostegno, nella veglia di preparazione, voluta dal Papa per invocare il dono dello Spirito Santo sui padri sinodali, affinché illumini i loro cuori nell’affrontare un tema tanto delicato come la famiglia. Tre i pullman partiti da varie zone della Diocesi: due organizzati dall’Ufficio diocesano di pastorale familiare, partiti dall’Oasi mariana di Betania, ad Alvito, e da Pico, ed uno organizzato dall’Azione Cattolica, più alcune persone giunte a San Pietro in auto. Nessuno ha voluto perdere un’esperienza così forte ed emozionante, iniziata con l’ascolto di alcuni brani del Nuovo e Vecchio Testamento, intervallati da testimonianze di coppie, famiglie, storie di unioni, accoglienza, abbandoni, di tentativi di ricostruzione che hanno avuto buon esito perché realizzati alla luce di quell’Amore più grande e infinito come può essere solo quello di Dio. E poi l’emozione all’arrivo di Francesco sul sagrato della Basilica, l’ascolto della Parola, delle sue parole: «Per ricercare ciò che oggi il Signore chiede alla Sua Chiesa, dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’odore degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce. A quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia… Dallo Spirito Santo per i padri sinodali chiediamo, innanzitutto, il dono dell’ascolto: ascolto di Dio, fino a sentire con Lui il grido del popolo; ascolto del popolo, fino a respirarvi la volontà a cui Dio ci chiama. Accanto all’ascolto, invochiamo la disponibilità a un confronto sincero, aperto e fraterno, che ci porti a farci carico con responsabilità pastorale degli interrogativi che questo cambiamento d’epoca porta con sé… Il segreto sta in uno sguardo: ed è il terzo dono che imploriamo con la nostra preghiera. Perché, se davvero intendiamo verificare il nostro passo sul terreno delle sfide contemporanee, la condizione decisiva è mantenere fisso lo sguardo su Gesù Cristo, sostare nella contemplazione e nell’adorazione del suo volto. Se assumeremo il suo modo di pensare, di vivere e di relazionarsi, non faticheremo a tradurre il lavoro sinodale in indicazioni e percorsi per la pastorale della persona e della famiglia… A quel punto le tre cose: il nostro ascolto e il nostro confronto sulla famiglia, amata con lo sguardo di Cristo, diventeranno un’occasione provvidenziale con cui rinnovare – sull’esempio di San Francesco – la Chiesa e la società». A conclusione del suo discorso, l’invocazione dello Spirito prima dell’accensione delle candele poste davanti all’icona della Sacra Famiglia: «Possa soffiare il Vento della Pentecoste sui lavori sinodali, sulla Chiesa, sull’umanità intera. Sciolga i nodi che impediscono alle persone di incontrarsi, sani le ferite che sanguinano, tanto, riaccenda la speranza; c’è tanta gente senza speranza! Ci conceda quella carità creativa che consente di amare come Gesù ha amato. E il nostro annuncio ritroverà la vivacità e il dinamismo dei primi missionari del Vangelo».
Carla Cristini