“DOVE ABITA L’AMORE” – Raccontare il cuore e le sue vie

Domenica, 29 giugno, nella parrocchia Maria SS. Immacolata di Isola del Liri, si è tenuto il meeting diocesano delle famiglie: un importante momento di riflessione curato dalla dott.ssa Gabriella Paci docente di Metodi naturali presso l’Università del Sacro Cuore di Roma. La dottoressa, laureata in Medicina e specializzata in bioetica, è già stata relatrice in numerose diocesi sul tema della famiglia e della vita. Prima di iniziare, ha voluto affidarsi al Sacro Cuore di Gesù e al Cuore Immacolato di Maria, “testimoni fondamentali della sua opera”, nella consapevolezza che ogni percorso formativo scaturisce dall’esigenza di riaffermare con potenza il sì alla famiglia, alla vita, alla Verità.

Con dolcezza ed umiltà, la dottoressa ha iniziato dicendo: “Voglio mettere il mio cuore nelle vostre mani” … in realtà, siamo stati tutti noi, lì presenti, a deporre nelle sue mani il nostro cuore, assetati di verità, protesi verso la riscoperta di quell’amore che, nato da uno sguardo, spinge a considerare sacra la persona amata, a rispettarla, a desiderare di costruire un progetto di vita con lei. Partendo dalla Genesi, da quel “maschio e femmina Dio li creò”, la dottoressa ha svelato i labirinti segreti del cuore umano, le vie dell’innamoramento, le umane debolezze. Un profondo silenzio ha accompagnato ogni riflessione; con singolare abilità, la dottoressa ci ha spiegato la bellezza e la diversità del mondo interiore di un ragazzo e di una ragazza; attraverso le slides ha mostrato la diversità del cervello nell’uomo e nella donna, ha evidenziato le differenze nel modo di pensare, di studiare, di lavorare.

Affascinante ripercorrere le fasi della vita prenatale, sin dal momento in cui la vita inizia con l’incontro di una cellula e di uno spermatozoo, dall’unione di una madre e di un padre! Il sesso è un evento biologico; essere maschio o essere femmina è un imprinting che nessuno può cambiare, uomo e donna sono due esseri diversi, differenti, fatti per completarsi a vicenda; non si può cambiare il dato biologico a livello sociale, come vorrebbe la teoria del gender, giacché esso è impresso nel nostrocorpo sin dal concepimento!

Fondamentale il discorso educativo-pedagogico inerente il processo di identificazione dei bambini con la figura materna o paterna. Oggi in molte scuole viene presentata “l’ora di affettività” e vengono diffusi libretti che suggeriscono, con l’ausilio di immagini simpatiche, proposte di vita che creano disorientamento, se non turbamento, nell’animo dei bambini. E’ necessario allora ricondurre nei giusti percorsi il discorso educativo e ridare valore all’educazione sentimentale dei giovani. “L’amore – dice la dottoressa – abita nella nostra dimensione psicologica quando non abbiamo vissuto il disorientamento”. A scuola, dunque, bisogna insegnare a conoscere il mondo interiore, anche attraverso la bellezza di una relazione di amicizia sincera, quella del cuore; è necessario far capire che l’amore, dal momento dell’innamoramento, cresce piano piano, attraverso la conoscenza dell’altro, e non è semplicemente abitarne l’intimità perché ciò vuol dire solo fare sesso senza nulla conoscere dell’altro. La sessualità è un bene, non un male, ma dove non c’è la conoscenza interiore, né alcun sentimento, non ci sarà preparazione ad abitare l’intimità dell’altro e, dunque, non potrà esserci né fedeltà, né rispetto. Il mondo oggi ha bisogno di tenerezza, di misericordia, ce lo ricorda anche Papa Francesco: ha bisogno di un amore fatto di rispetto, di sguardi che ci fanno entrare in comunione con l’altro, che ci fanno desiderare di vivere quel “per sempre” che tanto spaventa le giovani generazioni. Ed è solo nel progetto insieme, nell’impegno davanti a Dio, che si prepara l’abitazione meravigliosa della vita!

E’ qui, allora, che abita l’amore: nell’assunzione di responsabilità per una vita insieme, nel tornare a vivere e a raccontare il pudore, il vero custode dell’intimità. E’ il pudore, infatti, che custodisce il valore della sessualità; dove non c’è un amore casto non c’è più nemmeno un custode per il nostro

amore. Il pudore è uno spazio di libertà, non di schiavitù. Così la dottoressa Paci, con la massima naturalezza, ci ha chiamati a ritrovare uno sguardo di purezza, uno sguardo bello come quello dei bambini. Poi, rievocando le parole del santo Giovanni Paolo II, ha aggiunto: “Io sono qui per custodire la vita. Desidero ridare dignità alla vita intrauterina:  l’ho studiata per tanti anni…è  un vero miracolo. Sì, la vita intrauterina è un miracolo di Dio Creatore!” Ed ha raccontato, attraverso

la visione delle slides, come la vita di ciascuno di noi inizia con una cellula sino a diventare, alla fine, milioni di cellule, come ci si prepara nell’utero della madre, la richiesta di accoglienza, come può avvenire l’aborto spontaneo e quali ne sono le cause.

Ed infine ha spiegato che l’aborto, quello procurato, oltre che un dramma è una grande illusione scientifica. Con l’aborto – ha spiegato la dottoressa – si elimina la percezione biologica, fisica del bambino, ma la memoria della presenza, quella non si elimina. Difatti le cellule rimangono nel sangue della donna ancora per 20 o 30 anni, sono parte di un dialogo bio-chimico e la donna le ha sempre con lei. Ecco dunque perché, nell’animo e nel cuore della donna che ha abortito, il lutto di un bambino di pochi microon resta. Altro che grumo di cellule… quel piccolo bambino è vita! E’ la scienza che lo dice, sono i manuali di medicina che lo raccontano. E la dottoressa ha ricordato che, ad oggi, si contano 3672 embrioni in stato di abbandono nelle cliniche, 6279 embrioni di genitori scomparsi e 50 milioni di aborti ogni anno. Un dato terribile, su cui riflettere profondamente. Anche la pillola – prosegue – è abortiva, difatti se c’è un inizio di gravidanza essa viene intercettata. Ce lo dicono i manuali di ginecologia.

Al termine del Convegno, il lungo applauso di ringraziamento del pubblico. In piedi. La dottoressa Paci, con gli occhi bassi, ringrazia i presenti dell’ascolto meraviglioso: la sua gratitudine è per sempre.

Un convegno non solo emozionante, di vitale importanza: da ripetere, per tutti! Educatori, genitori, medici: tutti sono chiamati ad informare, ad illuminare, a formare le coscienze.

E’ in gioco la vita perché, come dice un canto scritto ed interpretato dalla dottoressa: “Il bambino è vita! E’ vita quando una cellula inizia a respirare, è vita quando cresce, è vita quando sogna, è vita quando spera… è vita che scorre come un fiume verso il mare, vita anche quando credi che non abbia un senso… sin dalla cellula è sempre vita degna di essere vissuta. E’ vita sempre…è amore!

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