E’ un onore per noi -e per me in particolare- essere stati chiamati a dare testimonianza della Misericordia di Dio che ha letteralmente inondato la mia esistenza poiché in essa il Buon Dio ha voluto scrivere le parole bibliche:” …se anche tua madre si dimenticasse di te, Io non mi dimenticherò di te”. Così , nella Sua infinita bontà, ha voluto che io sperimentassi la Sua fedeltà a questa mirabile e consolante Sua promessa!
Sono nata all’estero da genitori italiani che poi si sono separati sempre all’ estero: quando mia madre biologica lasciò me e mio fratello avevamo 9 mesi io e 3 anni lui. Mio padre esitò qualche mese prima di decidere di mandarci in Italia a casa dei suoi genitori, già però anziani ,ed accuditi da sua sorella che con loro viveva e che è la persona cui devo tutto ciò che sono, tutto ciò che ho. Io il Volto Misericordioso di Dio l’ho incontrato e conosciuto in lei che è stata per me la vera mamma, che mi ha fatto da padre e da madre rispondendo così all’invito di Gesù:” Chi accoglie uno di questi piccoli accoglie Me”. Avendo ricevuto così tanto, e passato qualche anno dal mio matrimonio ,insieme a mio marito ho pensato che fosse giunto il momento di rimetterla in circolo, per quel che potevo, la Misericordia Divina. Così ci siamo rivolti innanzitutto verso la madre mia biologica che già in passato mi aveva chiesto un incontro. L’abbiamo, allora, invitata a casa nostra dove ha conosciuto la nostra prima figlia, poi siamo andati noi a trovarla a Torino dove si era trasferita da alcuni anni ed, infine, ci siamo ritrovate un’ultima volta al capezzale del suo letto di morte dove insieme a lei ed al sacerdote ho recitato le preghiere dell’Unzione degli infermi, le ho consegnato l’immaginetta di Gesù Re di Misericordia – come descritto da S. Faustina Kowalska, segretaria della Divina Misericordia e dove, infine, le ho lasciato il mio bacio di commiato sulla fronte seguito dal segno della croce bagnato dalle mie lacrime.
Quanto a mio padre, dopo aver vissuto 46 anni lontano dall’Italia e dalla mia vita, nel 2000 ci comunica – con nostra grande sorpresa – di volersi trasferire da noi. Lo abbiamo accolto senza esitazione ma non senza qualche preoccupazione. Ha vissuto in casa con noi per due anni e poi si è trasferito a Castelliri in casa sua. Durante i 14 anni che ha trascorso vicino a noi io e mio marito ci siamo fatti coraggio a vicenda ed abbiamo accettato tutto senza mai chiudergli la porta. Questa seconda mia esperienza di vita è stata più difficile della prima e non l’avrei mai superata se mio marito non mi fosse stato accanto condividendo con me il dolore, le amarezze, le umiliazioni; se non mi avesse concretamente sostenuta preservandomi da incarichi per me troppo gravosi come, ad es. andare a riprendere mio padre – durante il suo ultimo anno di vita – ora in questo ora in quell’altro ospedale anche fino a Roma, ora in questa ora in quell’altra stazione dei Carabinieri, anche fino a Roma, dove veniva assistito perché si era sentito male o perché si era smarrito. Fino alla compagnia finale negli ultimi suoi giorni di vita in ospedale.
Insieme e insieme a Gesù Misericordioso noi ce l’abbiamo messa tutta per ridare un pò di quel tanto che abbiamo ricevuto.