Guardare, seguire e seminare la speranza

Il 19 novembre u.s., nella sala parrocchiale della SS.ma Annunziata di Pontecorvo, alle ore 18, si è tenuto un incontro con i collaboratori Caritas della Zona Pastorale di Pontecorvo, organizzato da Luigi Mancini, responsabile del Centro d’Ascolto Porta Aperta.

Hanno presieduto l’incontro don Akuino Teofilo, direttore Caritas della Diocesi e don Natalino Manna, vicario della Zona. Erano presenti Suor Antonella Piccirilli e Claudia Farina del Centro Pastorale San Luca, alcuni parroci della Zona di Pontecorvo e i volontari delle Caritas parrocchiali. Erano presenti anche i parroci e i volontari della Caritas di Aquino e Roccasecca. A rompere il ghiaccio è stata Suor Antonella a cui era stato affidato il compito di fare una riflessione introduttiva. Le sue parole, rifacendosi a quelle di Papa Francesco, sono state dure ma necessarie. Dovremmo guardare, seguire e seminare la speranza. Occorre guardare Gesù e, dopo aver visto il percorso che ci indica, è necessario seguirlo sulla via della carità. Seguendo Cristo sulla via della carità, siamo chiamati a seminare speranza con opere di solidarietà. Ha riflettuto sul rischio che corriamo noi operatori Caritas di assumere, spesso inconsapevolmente, un atteggiamento di arroganza nei confronti di chi viene a chiedere qualcosa. Dovremmo ricordare che in quel povero, in quell’affamato, c’è la carne di Gesù. E non solo, strumentalizzare il povero per tenere a bada le coscienze non è opportuno, è addirittura peccato.

Successivamente ha preso la parola don Akuino soffermandosi sulle difficoltà future che incontreremo a partire dal prossimo anno. L’Europa ha infatti dimezzato i fondi messi a disposizione per sovvenire all’emergenza povertà nonostante il numero delle famiglie disagiate stia aumentando a dismisura. Insieme abbiamo cercato di darci delle risposte, di riflettere su idee alternative per risolvere il problema degli alimenti che sono sempre più richiesti. Don Akuino ha posto l’attenzione sulla necessità di riguardare al nostro servizio. Questa crisi se non altro istiga ciascuno a ridimensionarsi, a correggersi. Oggi è quanto mai urgente, alla stregua della consegna degli alimenti, correggere ed insegnare, educare le persone in difficoltà a stare
attente al bilancio familiare, a rinunciare a tutto ciò che è superfluo e a volte addirittura deleterio. Pensiamo ad esempio a chi ha il vizio del fumare, del bere, o del gratta e vinci e della slot machine. Prima ancora di dare dovremmo sforzarci di educare, che è un compito molto più difficile e che implica tatto, sensibilità e diplomazia. Abituare la persona disagiata al tempestivo intervento della Caritas a volte deresponsabilizza e induce a pretendere sempre di più.

Può portare a non riuscire più ad apprezzare lo sforzo e il sacrificio che fa l’altro nel tendere una mano d’aiuto. La priorità, quindi, deve essere quella di educare al risparmio e spronare a cercar lavoro non semplicemente aspettandoci che qualcuno bussi alla nostra porta ma facendosi venire delle idee. Gli interventi a tal riguardo sono stati molti, ci siamo confrontati sulle diverse possibilità e abbiamo capito che essere veri cristiani implica non solo l’agire ma anche l’impegnarsi con la propria creatività, nel trovare soluzioni.

Valentina Sdoia

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