Il Vescovo a Civitella Roveto per il 60° anniversario del Gruppo degli Alpini: la festa della solidarietà e del servizio

Il Gruppo Alpini di Civitella Roveto ha festeggiato i suoi 60 anni e lo ha fatto con una partecipata e sentita cerimonia, durante la quale Sua Eccellenza Gerardo Antonazzo, prima di celebrare la Santa Messa con il parroco Monsignor Franco Geremia, ha inaugurato un monumento che ricorda il ruolo civile delle “penne nere”, impegnate nella solidarietà, nel sociale e nel servizio. L’opera raffigura, infatti, un alpino che tiene in braccio una bambina, salvandola dal crollo di una casa.

La manifestazione, iniziata con la sfilata per le vie del paese di molti gruppi alpini marsicani e non solo, ha visto la presenza di tante personalità civili e militari della regione Abruzzo: il prefetto della provincia dell’Aquila Francesco Alecci, il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, il colonnello Carlo Scarsella, capo di Stato Maggiore del Comando Militare Esercito Abruzzo, il colonnello Massimo Iacobucci, comandante del nono reggimento Alpini dell’Aquila, il capitano Edoardo Commandè, neo comandante della Compagnia di Tagliacozzo, il maresciallo di Civitella Fabio Renzi e il sindaco di Canistro, Antonio Di Paolo. A fare gli onori di casa, il primo cittadino di Civitella Raffaelino Tolli.

Il 60° anniversario del Gruppo Alpini è stato un grande momento di festa in cui sono stati celebrati i valori del servizio e della cura del prossimo, come ha ricordato Monsignor Antonazzo durante la sua omelia. «Dedichiamo la Messa a tutti i caduti nelle guerre» ha esordito il Vescovo «perché, con il sacrificio delle loro vite, possano essere maestri e testimoni dell’amore totale che esiste solo quando ognuno di noi si fa carico di qualcun altro». «Anche l’autorità deve essere orientata al servizio» ha continuato, per poi aggiungere, citando Papa Francesco «quanto è triste il cielo delle persone ossessionate da se stesse».

«Ricordare i militari che hanno perso la vita» ha però ammonito Sua Eccellenza «non deve portarci ad esaltare la guerra, che resta una follia. Il valore non è l’evento bellico, ma il sacrificio della vita da spendere per il progresso e la promozione di tutti, affinché chiunque possa guardare con fiducia ad un futuro di speranza, per un destino migliore dell’umanità».

Altrettanto appassionate anche le parole del prefetto Alecci che, in un lucido, democratico intervento, più volte interrotto dagli applausi spontanei degli astanti, ha elogiato la forza degli ideali, l’orgoglio sano, intelligente, misurato, composto. «Da cittadino italiano» ha incalzato in merito alla questione del rispetto delle autorità «mi permetto di dire che vanno rispettate solo quelle persone fisiche che meritano il rispetto, in quanto portatrici di un comportamento corretto, legale, e, soprattutto, un comportamento in cui nulla possa essere censurato. Se si vuole avere il diritto di essere rappresentanti di una comunità, bisogna avere l’orgoglio di essere una persona semplice, che mai si è sporcata le mani e mai ha sporcato l’immagine della propria persona o del proprio percorso di vita, che mai ha trasferito sulle mogli, o su altri soggetti cari e vicini, il discredito di situazioni negative».

Tanto il prefetto quanto il Vescovo hanno poi lodato la correttezza, l’onestà e la generosità degli abitanti della Valle Roveto che Monsignor Antonazzo, in chiusura della Santa Messa, ha voluto benedire indossando il cappello degli alpini donatogli per l’occasione.

 

– Maria Caterina De Blasis

 – Foto: Circolo Fotografico Civitella Roveto e Luigi Martini

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