LA PAROLA… VISSUTA

Commento alla Liturgia di domenica (08-12-’13)

Si contempla Maria, l’Immacolata: in Lei risplende il disegno iniziale di Dio Padre, che crea l’uomo a sua immagine e somiglianza e lo rende partecipe della sua vita, senza l’esperienza del decadimento morale e della forza del peccato. Da quando l’uomo è caduto, decidendo di essere lui stesso arbitro del bene e del male, il diavolo spinge la libertà umana verso il male, lotta implacabile fra la tua e la sua stirpe.

La fede cristiana ha infranto questo filo di tensione fra bene e male, vedendo nella DONNA, MADRE del MESSIA, MARIA di NAZARETH, Colei che schiaccia la testa del serpente.

Dio, in previsione dell’opera salvifica del Figlio, preserva Maria di Nazareth (la Madre di Gesù) dal «peccato originale», cioè da quella «condizione di peccato» cui sono assoggetti tutti gli uomini del mondo, per dare una Madre degna al suo Figlio. Questo «mistero» non è soltanto una verità da conoscere, è piuttosto una realtà di fede da accogliere e amare nella nostra esistenza. Essa fa fiorire in noi il rendimento di grazie, spinge all’impegno, suscita la lode: ringraziamo Dio per l’opera compiuta in Maria, facendo un’anticipazione luminosa del nostro destino. L’assenza del peccato, dono che Maria ha avuto fin dal suo concepimento, diventa per noi ideale da raggiungere, mediante la grazia che sostiene il nostro impegno. Gesù, per l’intercessione di tua Madre, preservata dal peccato, «piena di grazia», fa’ che vinciamo il peccato e viviamo nella piena adesione alla tua volontà. Gesù, nell’Annunciazione tua Madre ha detto il suo «sì» nella fede e nell’amore. Fa’ che, con lei e come lei, accogliamo il progetto di Dio nella nostra vita.

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