Meditazione per il Venerdì Santo
Sora, 30 marzo 2018
Abbiamo celebrato la Passione del Signore, e siamo di ritorno dalla tradizionale processione del Venerdì santo. Nel brano biblico che ora abbiamo proclamato, l’apostolo Paolo ci ha riportato ad una sua esperienza spirituale: “Sono lieto nelle sofferenze che sopporto per voi e do compimento a ciò che, dei patimenti di Cristo, manca nella mia carne, a favore del suo corpo che è la Chiesa” (Col 1,22-24).
La sofferenza di Cristo sulla croce è perfetta, completa, totale. Perché l’apostolo parla come di qualcosa che ancora mancherebbe ai patimenti di Cristo? Manca la nostra partecipazione, manca l’associazione dei nostri dolori alla sua sofferenza. Condividere i patimenti di Cristo, vivere la sua stessa sofferenza, come Maria, madre addolorata, rende anche la Chiesa “corredentrice” con Cristo di una umanità “sbagliata” perché corrotta e degradata. Chi potrà salvarla? La sofferenza di Cristo, di Maria e della Chiesa! Ecco perché della sofferenza del Signore è resa partecipe anche Maria e la Chiesa. Maria, perché è Madre, la Chiesa perché è il corpo mistico di Cristo. Tutti i battezzati formano come un corpo solo: essendo il corpo di Cristo, la Chiesa partecipa e vive le medesime sofferenze del suo Capo. Carissimi, questa Chiesa siamo noi; sto parlando non solo a tutti voi, ma soprattutto di noi tutti. Questo destino di persecuzione verso la Chiesa, partecipe delle sofferenze di Cristo, è descritto nella figura della “Donna” in Apocalisse: “Apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna, che stava per partorire, in modo da divorare il bambino appena lo avesse partorito (Ap 12,3-4).
Per questo, la Via Crucis di Cristo è anche la Via Crucis della Chiesa.
La Chiesa è condannata a morte
La folla che aveva esaltato Gesù, grida per l’iniqua e ingiusta condanna a morte davanti a Pilato, fomentata dalle calunnie del Sinedrio. Papa Francesco nella domenica delle Palme: “Crocifiggilo! Non è un grido spontaneo, ma il grido montato, costruito, che si forma con il disprezzo, con la calunnia, col provocare testimonianze false […].E’ la voce di chi vuole difendere la propria posizione screditando specialmente chi non può difendersi. E’ il grido fabbricato dagli “intrighi” dell’autosufficienza, dell’orgoglio e della superbia”. Anche la Chiesa è condannata da calunnie, montate ad arte, per screditare la sua missione e soffocare la sua voce. La Chiesa è non di rado pretestuosamente condannata da pregiudizi, incomprensioni e insulti.
La Chiesa è caricata della Croce
Il mondo dei più miserabili guarda alla Chiesa, e molto si aspetta da lei. Essa prende sulle sue spalle il grido dei poveri, la croce dei disperati, dei rifugiati, degli scarti umani e sociali, dei più deboli, dei senza voce. Ascolta il grido di chi non ha più voce per far valere la propria dignità, la giustizia, la verità, il rispetto, la promozione sociale. La Chiesa prende a carico la croce dei conflitti tra le nazioni, del pericolo reale di una guerra nucleare, della drammaticità di una possibile “terza guerra mondiale combattuta a pezzi” (Papa Francesco).
La Chiesa cade e ricade
La Chiesa santa di peccatori cade e ricade ancora per la debolezza dei suoi battezzati. La nostra coscienza sente il peso schiacciante delle proprie colpe, difetti, ricadute, errori, cattiverie, peccati. Le cadute sono anche le “malattie” denunciate da Papa Francesco: “Permettetemi qui di spendere due parole su un altro pericolo, ossia quello dei traditori di fiducia o degli approfittatori della maternità della Chiesa, ossia le persone che […] si lasciano corrompere dall’ambizione o dalla vanagloria e […] si auto-dichiarano erroneamente martiri del sistema, […] invece di recitare il “mea culpa”(21 dicembre 2017).
La Chiesa incontra Maria, sua Madre
La Chiesa lungo il cammino della sua “via crucis” incontra la Madre, Maria. Dal volto di Lei, solcato da lacrime di dolore, la Chiesa riceve parole di consolazione e di coraggio. Questa Madre, oggi Addolorata, apre le sue braccia per stringere a sé il corpo mistico del suo Figlio, la Chiesa. E’ l’abbraccio della speranza con cui Maria accompagna, segue, e incoraggia il sofferto cammino della Chiesa verso la luce della Pasqua.
La Chiesa incontra le pie donne
La Chiesa abbraccia, custodisce e difende il volto di tante donne in lacrime, sfigurate dal maltrattamento, dalla violenza, dallo stupro, dalla prostituzione. La Chiesa fa suo il volto straziato di mogli e di madri condannate da un incredibile e inammissibile disagio familiare e sociale, causa di ripetute tragedie irreversibili, come per la piaga del femminicidio.
La Chiesa è aiutata dal Cireneo
I Cirenei della Chiesa sono i malati, che più concretamente partecipano alla Croce di Cristo e vivono nel loro corpo il dolore condiviso con l’Uomo dei dolori. La forza della Chiesa sono gli emarginati, attinge la sua forza morale e spirituale dalla debolezza dei più fragili. Debole con i deboli, la Chiesa si fa forte della loro presenza lungo il suo cammino, per disarmare ogni violenza e sopraffazione con le armi della mitezza e della misericordia.
La Chiesa, spogliata delle sue vesti, inchiodata sulla croce
Le vesti custodiscono il pudore della persona. Gesù è messo in ridicolo da coloro che profittano della sua nudità per schernirlo e prendersi gioco di lui. Il mondo mette a nudo, con sarcasmo, le debolezze umane della Chiesa. La Chiesa è così denigrata, indifesa, ridicolizzata da quanti, anche tra gli stessi battezzati, spettacolarizzano le sue debolezze e i suoi errori umani.
La Chiesa muore e risorge con Cristo
Il destino della Chiesa è quello del chicco di grano (cfr Gv 12), destinato a cadere sotto terra, marcire per morire, morire per germogliare e portare frutto. La Chiesa è chiamata a morire, scomparire, tacere e soffrire: è il tempo del silenzio, della persecuzione, dell’irrilevanza, del martirio, anche con l’effusione del sangue. Tuttavia, la Chiesa non perde mai la speranza, e attende con la Pasqua di Cristo anche la sua Pasqua, la sua risurrezione, la sua vita nuova.
+ Gerardo Antonazzo