Venerdì 20 Marzo, presso il monastero di Santa Scolastica (di Cassino) è stata celebrata la Messa in suffragio di don Luigi Giussani (fondatore del movimento di Comunione e Liberazione), ricorrendo non solo il decimo anniversario della sua morte, ma anche il XXXIII del riconoscimento pontificio della fraternità di Comunione e Liberazione. A presiedere la Messa, il Vescovo Gerardo Antonazzo con il quale i componenti della comunità di CL di Cassino hanno avuto modo di incontrarsi per la prima volta, in questa occasione, dopo l’importante accorpamento del territorio dell’Abbazia di Montecassino nella Diocesi Sora-Aquino-Pontecorvo.
Il gesto si è svolto, come evidenziato inizialmente dal primo responsabile della comunità Antonio Renna, con l’intenzione di chiedere al Signore la grazia di vivere fino in fondo l’invito di Papa Francesco fatto a tutti i membri della fraternità di CL durante l’incontro tenutosi a Roma il 7 marzo: “non vi trasformate “in guide da museo o adoratori di ceneri. Tenete vivo il fuoco della memoria di quel primo incontro e siate liberi!”
La lettura del giorno è stata tratta dal libro della Sapienza (Sap 2, 1a.12-22) e l’omelia del Vescovo si è configurata come un monito ad essere costantemente testimoni di Cristo, nonostante il contesto storico in cui viviamo ci ostacoli quotidianamente, inducendoci con le sue tentazioni a vivere in modo piatto la nostra realtà. Una modalità quest’ultima contro cui dobbiamo saper imporre il nostro energico “No”, indipendentemente dal ruolo ricoperto nella società. Un’esortazione che ben si concilia con la gratitudine e la stima verso una figura, quella di don Giussani, a cui la comunità fa appello per camminare nella fede e trovare, appunto, la forza di esprimere ogni giorno la propria “testimonianza!”
Terminata la Messa, il responsabile della comunità (Antonio Renna) ha tenuto a ringraziare Sua Eccellenza per aver accettato di celebrare in memoria di don Giussani la Santa Eucarestia; aggiungendo di essere stati educati dallo stesso don Giussani all’obbedienza al Vescovo, perché nel rapporto con quest’ultimo si identifica il legame stesso con Cristo ed è, con il segno visibile dell’unità tra i credenti, uno dei fattori che fa essere una comunità, comunità cristiana.
La partecipazione entusiasta e gioiosa dei fedeli, calorosamente accoglienti la visita e le parole del Vescovo ha senza dubbio connotato il gesto, conclusosi, subito dopo la celebrazione, con un confronto di alcuni dei responsabili della comunità con il Vescovo.