Prima la persona
Omelia per il Giubileo diocesano della Polizia Locale
Sora-Cattedrale, Festa di s. Sebastiano
20 gennaio 2016
Nella ricorrenza liturgica della festa di s. Sebastiano, protettore della Polizia Locale per volontà del Papa Pio XII il 3 maggio del 1957, avete desiderato convenire in questa Chiesa-Cattedrale per celebrare la gioiosa esperienza spirituale del passaggio della Porta santa della misericordia.
Grazie per questa vostra sensibilità, che se da una parte è espressione della vostra fede, dall’altra qualifica e illumina ancora di più l’esercizio del vostro servizio a tutela della sicurezza dei cittadini. Desidero perciò condividere alcune considerazioni che apprendo dall’ascolto della Parola di Dio appena proclamata.
Nel brano della prima lettura abbiamo ascoltato una vicenda ben conosciuta: in un momento molto difficile della sua storia, il popolo di Israele (siamo intorno all’anno 1000 a.C.) dev contrastare le continue incursioni dei Filistei, popolazione con la quale era costretto a convivere. Ora Israele deve fronteggiare Golia, personaggio dalla corporatura incontrastabile che lancia la sfida per un duello decisivo contro gli ebrei. A contendere con Golia si offre il giovanissimo Davide, il quale si fa forte del fatto di essere stato liberato diverse volte “dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso” con l’aiuto del Signore. Dai racconti biblici conosciamo le particolari attitudini di Davide quale pastore esperto e abile, anche se ancora troppo giovane. Tuttavia le sue parole convincono il re Saul il quale lo manda con scarsa speranza di riuscita contro il gigante filisteo. Davide invece riuscirà a vincere Golia utilizzando la sua fionda e solo cinque ciottoli lisci presi dal torrente. L’alterigia del Filisteo è sovrastata dall’astuzia del ragazzo, “benchè Davide non avesse spada”.
Tutti noi, prima o poi, ci troviamo di fronte a situazioni impegnative e disarmanti, forse ritenute anche impossibili, rispetto alle quali ci sentiamo inadeguati e impotenti. Anche il vostro servizio di Polizia Locale vi espone a criticità di ogni genere. Cosa fare? Cosa fa il giovane Davide? Mette in atto e valorizza al meglio le sue capacità normali, né più né meno di quello che aveva imparato a fare molte volte in campagna da arguto pastore preoccupato di difendere e custodire il suo gregge con ogni mezzo. Anche per noi vale la stessa fiducia: si esce vittoriosi da ogni difficile situazione soprattutto confidando nel compimento del proprio dovere ordinario. Dalla vostra parte avete anche voi i cinque ciottoli con i quali fronteggiare ogni situazione lavorativa, anche la più complessa. Li elenco: siate forti della vostra onesta e curata professionalità, siate fedeli ai principi che devono regolare il vostro coerente comportamento, socializzate all’interno del vostro “corpo” relazioni di reciproca stima e fiducia, appellatevi sempre al senso delle vostre responsabilità, siate felici in coscienza di aver fatto sempre e soltanto il vostro dovere. Con questi cinque ciottoli potrete sconfiggere ogni situazione gigantesca, superare ogni ostacolo.
Dal vangelo, poi, apprendiamo altri messaggi utili. Gesù conosce bene la legge ebraica sul dovere del riposo in giorno di sabato. Eppure compie volutamente un’azione che infrange la regola religiosa, e lo fa proprio nella sinagoga, cioè nel luogo della preghiera: dinanzi ad un uomo che presenta una mano paralizzata Gesù interviene per guarirlo. Il comportamento di Gesù non istiga alla trasgressione della legge. Il Signore non boccia il valore della legge religiosa sul riposo sabbatico, ma sottraendosi ad essa vuole mettere in evidenza la centralità della persona come finalità ultima e superiore ad ogni legge; Gesù decide di appellarsi ad una forma di “obiezione di coscienza”, sospendendo l’osservanza di quella regola del sabato perchè consapevole che andava data priorità alle necessità dell’uomo malato. Tant’è vero che Gesù lo invita a farsi avanti con queste parole: “Alzati, vieni qui in mezzo”. L’uomo malato è invitato dal Maestro a prendere proprio il posto della Torah, cioè del libro della Parola di Dio che ordinariamente veniva esposto al centro della sinagoga. Dunque, rispetto alla legge religiosa e rispetto alla posizione del Libro della Legge nella sinagoga, per Gesù la cosa più urgente è guarire la persona. Gesù “Guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: Tendi la mano!”. E lo guarisce.
Carissimi, tutti voi siete costituiti custodi della legalità, della sicurezza dei cittadini e dell’ordine pubblico: anche il vostro è sempre un servizio alle persone, alle sue esigenze, alla sua dignità. Considerato in quest’ottica il vostro servizio è una forma di esercizio della misericordia che risponde ai tanti bisogni dei cittadini. La vostra presenza sulla strada è una forma concreta di prossimità alla vita della comunità. La celebrazione giubilare della misericordia nella festa di s. Sebastiano ci ha permesso di esplicitare maggiori ragioni a sostegno della vostra pubblica responsabilità.
+ Gerardo Antonazzo