Proposta-Bozza di Adorazione eucaristica sulla base dell’Omelia dell’inizio della Missione

Proposta-Bozza di Adorazione eucaristica preparata da don Alberto Mariani sulla base dell’Omelia dell’inizio della Missione.

 

ORA DI ADORAZIONE

sul tema

 

ALLARGA LA TUA TENDA

Con riflessioni tratte dall’Omelia per l’inizio dell’anno pastorale e della Missione popolare diocesana Chiesa s. Restituta, 21 settembre 2014

Introduzione

  1. Siamo qui davanti a Gesù, in atteggiamento di umile e profonda adorazione, per ringraziarti ti tutti i tuoi doni e in particolare per il dono del tuo Amore che ti ha fatto diventare Missionario del Padre per portare nel mondo il dono straordinario della salvezza; ma nello stesso tempo vogliamo aprire il nostro cuore all’azione del tuo Santo Spirito e lascirci illuminare e guidare per la via che tu hai tracciata per ciascuno di noi e per le comunità allequali apparteniamo perché rispondendo alla nostra chiamata possiamo fare nostro questo dono e rendeci disponibili per farlo conoscere a tanti nostri fratelli e sorelle.

In un contesto di impegno missionario, che sappiamo ci riguarda personalmente e come Chiesa sin dal momento in cui siamo stati battezzati, vogliamo riprendere ed approfondire quanto il nostro Vescovo Gerardo di ha suggerito in occasione del mandato per la missione popolare con la quale in tutta la nostra diocesi si è voluto preparare la peregrinatio della Madonna di Canneto.

Come lei, e da lei aiutati, vogliamo metterci in ascolto della Parola e della volontà del Signore che ci invita ad allargare lo spazio del nostro cuore perché – come il vescovo ci ha suggerito – possiamo realizzare un “radicale cambio di mentalità, urgente e necessario, a favore di una pastorale di evangelizzazione, per rilanciare le nostre comunità in uno stato permanente di missione”. Ben sapendo che – sono parole del nostro vesovo – “missionarietà della parrocchia ed evangelizzazione del territorio sono le coordinate indispensabili entro le quali si muove l’agire pastorale, senza ulteriori omissioni né ritardi”.

Con questi sentimenti accompagniamo con il canto l’esposizione eucaristica.

Canto di esposizione

  1. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Tutti: Amen.
  2.  “Quanto più sei grande, tanto più fatti umile. E troverai graqzia davatni al Signore” (Sir 3,18)

Tutti: “Perché grande è la potenza del Signore e dagli umili egli èglorificato” (Sir 3, 20)

 silenzio e adorazione personale

 

Guida: Alla presenza di Gesù eucaristia, senza interrompere il colloquio personale con Lui, vogliamo ora metterci in ascolto della sua Parola perché alla sua luce possiamo muovere i nostri passi e solidificare il nostro cammino di fede.

Lettore: Dal Libro del Profeta Isaia (54, 1-5.10)

1 Esulta, o sterile che non hai partorito,
prorompi in grida di giubilo e di gioia,
tu che non hai provato i dolori,
perché più numerosi sono i figli dell’abbandonata
che i figli della maritata, dice il Signore.
2Allarga lo spazio della tua tenda,
stendi i teli della tua dimora senza risparmio,
allunga le cordicelle, rinforza i tuoi paletti,
3poiché ti allargherai a destra e a sinistra
e la tua discendenza possederà le nazioni,
popolerà le città un tempo deserte.
4Non temere, perché non dovrai più arrossire;
non vergognarti, perché non sarai più disonorata;
anzi, dimenticherai la vergogna della tua giovinezza
e non ricorderai più il disonore della tua vedovanza.
5Poiché tuo sposo è il tuo creatore, Signore degli eserciti è il suo nome;
tuo redentore è il Santo d’Israele, è chiamato Dio di tutta la terra.
10Anche se i monti si spostassero e i colli vacillassero,
non si allontanerebbe da te il mio affetto,
né vacillerebbe la mia alleanza di pace,
dice il Signore che ti usa misericordia.

Parola di Dio

  1. : Nella sua omelia il vescovo Gerardo, partendo proprio dall’invito “Allarga la tua tenda”, ha tracciato, compendiandolo in quattro verbi di azione, un piccolo itinerario che ha chiamato “la dorsale spirituale della missione” che nell’incontro di preghiera personale e comanitaria con Gesù ci farà bene riprendere ed approfondire in questo anno della peregrinatio in cui siamo chiamati a “riflettere, pregare ed agire per l’annuncio della bellezza della vita come dono, stupore, responsabilità, consapevoli di essere chiamati a rispondere, perché creati da Dio per amore e nati per amare”.

I verbi sono stati tratti sempre da un testo del profeta Isaia che vogliamo ora ascoltare attentamente per farlo oggetto di riflessione e preghiera in un breve itinerario.

Lettore: Dal Libro del profeta Isaìa (55, 6-9)

Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

Primo momento: CERCARE

G.:  “Cercate il Signore, mentre si fa trovare”. Ascoltiamo i suggerimenti del nostro Vescovo

Lettore: Dalla omelia del vescovo Gerardo

Il peggiore ostacolo alla fede oggi non è tanto il dubbio quanto l’indifferenza religiosa. Se l’ateismo, almeno quello pratico, è ormai un fenomeno diffuso, tra le forme di non-credenza che il Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes, n.19) mette in evidenza c’è l’indifferenza religiosa. Tale desertificazione della fede lambisce anche i nostri territori, dove cresce la presa di distanza dalla comunità eucaristica, e non di rado a causa di ferite provocate dalla stessa comunità cristiana. Spesso si vive come se Dio non ci fosse. Non si cerca più la sua presenza: la persona indifferente non sente la necessità di porsi un simile problema, perché ogni discorso su Dio, e in particolare su Gesù Cristo, è al di fuori dell’orizzonte dei suoi interessi spirituali.E’ necessario incrociare queste tristezze spirituali, abitare tutte le situazioni esistenziali e geografiche di marginalità rispetto alla fede e alla Chiesa, per provocare una rinnovata ricerca dell’Assoluto.

Per riflettere e pregare

Ho coscienza dei problemi del mondo che mi circonda?

Riesco a cogliere la proporzione dei terribili virus che sono l’apatia e l’indifferenza per la fede oggi, soprattutto nelle giovani generazioni?

Me ne faccio carico e li presento al Signore?

Secondo momento: INVOCARE

 

G.:  “Invocatelo, mentre è vicino”. Ascoltiamo le parole del nostro Vescovo.

Lettore: L’apostolo Paolo citando il profeta Isaia, nella lettera ai Romani scrive: “Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato” (Rm 10,12). Nella Scrittura Sacra, particolarmente nei Salmi, ritroviamo la pluralità delle situazioni umane più sofferte, che di fronte a Dio diventano grido, supplica, imprecazione, invocazione.

Il Concilio Vaticano II dice che l’uomo rimane a se stesso un problema insoluto, confusamente percepito; e nessuno può fuggire da se stesso nei momenti di maggior rilievo dell’esistenza (Gaudium et Spes, 21), in cui emergono i problemi fondamentali del senso della vita, del lavoro, della sofferenza, della prova, della morte… Nei passaggi nodali dell’esistenza umana, nelle grandi traversate della vita, può emergere una rinnovata disposizione all’invocazione di Dio, grazie alla quale porgere l’acqua viva dell’incontro con la misericordia del Signore.

Per riflettere e pregare

Mi rivolgo spesso al Signore nel corso della mia giornata?

Ho fiducia.certezza che Lui può aiutarmi?

Condivido con gli altri questa mia certezza?

 

Terzo:RITORNARE

G.:“Ritorni al Signore che avrà misericordia di lui …”. Ascoltiamo il nostro vescovo Gerardo.

Lettore: Dalla omelia del vescovo Gerardo

Il verbo “ritornare” utilizzato dal testo ebraico (shuv) è il termine specifico per indicare il ripensamento radicale della propria esistenza. Il nostro stile deve essere accogliente verso tutti, perché ciascuno si senta non solo atteso, ma anche desiderato e cercato. Solo Dio conosce i segreti dei cuori e i percorsi della mente. Per risvegliare la nostalgia di Dio bisogna mettersi alla ricerca dei veri bisogni del cuore umano. Bisogna intercettare i suoi culti idolatrici, demolire gli altari dedicati alle false divinità, purificare il pantheon delle false sicurezze, abitare gli spazi delle sue utopie, cioè sogni impossibili, per proporre delle “eu-topie” (cfr. don Tonino Bello), cioè i luoghi buoni della speranza affidabile, e prosciugare le lacrime dei lamenti sterili, dei fallimenti luttuosi, e delle disperate solitudini.

Per riflettere e pregare

Ho maturato la convinzione che, anche sequalche volta lo sento lontano,Dio è sempre presente nella mia vita e non mi abbandona mai?

Capisco che quando non lo avverto al mio fianco è perché sono io che mi sono allontanato da Lui?

Vivo quotidianamente l’impegno della conversione come ritorno a Lui e apertura sempre più grande al suo Amore?

Quarto: PERDONARE

G.:“…il nostro Dio largamente perdona”. Ascoltiamo l’omelia del vescovo.

Lettore: Dalla omelia del vescovo Gerardo

Quella di Dio non è mai una logica spietata: Dio non è vendicativo. Non punisce, ma perdona chi ritorna a lui con tutto il cuore: i suoi pensieri sono distanti dai nostri pensieri! Il pastore che ritrova l’unica pecora perduta, non la rimprovera, non chiede conto del suo operato, non limita i diritti della sua appartenenza al gregge, ma l’abbraccia tutto contento, se la pone sulle spalle come per evitarle anche la fatica fisica del  ritorno.

La comunità cristiana deve edificarsi come luogo della misericordia, un vero “ospedale da campo” che accoglie in ogni ora, luogo dell’accoglienza e dell’incontro verso tutti, senza esclusioni e discriminazioni. E’ la casa comune dei credenti, amorevole con tutti i cercatori di Dio.

Per riflettere e pregare

Credo che il Dio che Gesù ci ha rivelato è un Padre tenero, ricco di misericordia e grande nell’amore?

Capisco la grandezza del suo Amore?

Se ho peccato, corro da Lui con fiducia per ricevere l’abbraccio del perdono?

 

Conclusione Missionaria

G.: L’omelia del nostro vescovo si è conclusa con un invito a farci missionari, cominciando con l’adoperarci per evitare le difficoltà che spesso nascono dentro le nostre comunità parrocchiali. Ascoltiamo le parole del nostro Vescovo e subito dopo ascolteremo le belle parole di Papa Paolo VI, tra poco beato, dal titolo “Ama la tua Parrocchia”.

Invito del vescovo Gerardo

Lettore: Dalla omelia del nostro vescovo

Con questo spirito siamo inviati oggi a lavorare nella vigna dell’Umanità. “Un semplice e umile lavoratore nella vigna del Signore”: sono le prime parole che Benedetto XVI ha pronunciato subito dopo la sua elezione. Nella parabola evangelica tutti rispondono alla chiamata e lavorano nella vigna, ma non tutti sono chiamati alla stessa ora, né tutti ricevono la stessa ricompensa, ma a nessuno il padrone della vigna fa torto. C’è chi sopporta il peso dell’intera giornata, perché operai della prima ora, e c’è chi riceve la stessa paga pur avendo lavorato molto di meno. La logica di Dio non si lascia strozzare dalle gelosie, dalle rivendicazioni e dalle rivalità.

Da qui le conflittualità, le gelosie e le ritorsioni che paralizzano e mettono a repentaglio la tenuta dei rapporti nelle nostre comunità: “Quant’è vuoto il cielo di chi è ossessionato da se stesso!” (Papa Francesco). Quanto sono vuote le parrocchie affollate da persone ossessionate da se stesse!

Invito del Papa  Paolo VI

Ama la tua parrocchia

Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna e accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da’ il tuo contributo di azione perché questo si realizzi in pienezza. Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta i preti della tua parrocchia anche se avessero mille difetti: sono i delegati di Cristo per te.

Guardali con l’occhio della fede, non accentuare i loro difetti, non giudicare con troppa facilità le loro miserie perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei loro bisogni, prega ogni giorno per loro.

Collabora, prega, soffri perché la tua parrocchia sia una vera comunità eucaristica, che l’Eucaristia sia “radice viva del suo edificarsi”, non una radice secca, senza vita. Partecipa all’Eucaristia, possibilmente nella tua parrocchia, con tutte le tue forze. Godi e sottolinea con tutti tutte le cose belle della tua parrocchia. Non macchiarti mai la lingua accanendoti contro l’inerzia della tua parrocchia: invece rimboccati le maniche per fare tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai!

La legge fondamentale del servizio è l’umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti, ad un certo momento, lo richiede. Solo, non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato da tutti, e non ti salti in mente di fondare un partito di opposizione!

Se il tuo parroco è possessivo e non lascia fare, non farne un dramma: la parrocchia non va a fondo per questo. Ci sono sempre settori dove qualunque parroco ti lascia piena libertà di azione: la preghiera, i poveri, i malati, le persone sole ed emarginate. Basterebbe fossero vivi questi settori e la parrocchia diventerebbe viva. La preghiera, poi, nessuno te la condiziona e te la può togliere.

Ricordati bene che, con l’umiltà e la carità, si può dire qualunque verità in parrocchia. Spesso è l’arroganza e la presunzione che ferma ogni passo ed alza i muri. La mancanza di pazienza, qualche volta, crea il rigetto delle migliori iniziative.

Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, invece che contro il parroco o contro i tuoi preti o contro le situazioni. Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un’autocritica, severa e schietta, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri.

Se la tua parrocchia fa pietà la colpa è anche tua: basta un pugno di gente volenterosa a fare una rivoluzione, basta un gruppo di gente decisa a tutto a dare un volto nuovo ad una parrocchia. E prega incessantemente per la santità dei tuoi preti: sono i preti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i preti santi la salvezza dei nostri giovani.

(Paolo VI, omelia inaugurazione parrocchia N.S. di Lourdes, Roma 23-2-1964)

 

Conclusione

G.: Ed ecco la conclusione dell’omeria del nostro vescovo, ispirata da alcune parole di Papa Francesco. Facciamo scaturire da esse un nostro impegno concreto e su di esso invochiamo la benedizione del Signore.

Lettore: Dall’omelia del vescovo Gerardo

“La Chiesa ha ricevuto da Gesù il tesoro prezioso del Vangelo non per trattenerlo per sé, ma per donarlo generosamente agli altri, come fa una mamma.… Questa è la Chiesa che amo io: una madre che ha a cuore il bene dei propri figli e che è capace di dare la vita per loro” (Udienza generale del 3.9.2014).

Questa è la Chiesa che tutti vogliamo amare: una comunità dalle porte aperte per accogliere e per “andare”. Questa è la Chiesa che la gente, il popolo di Dio, ama. Questa è il volto della Chiesa che voi annuncerete per il mandato speciale che oggi sarà a voi conferito…

A tutti voglio proclamare che il Signore è veramente risorto, e “vi precede in Galilea; là lo vedrete” (Mt 28,7). Andate!

Silenzio per la preghiera personale

Si conclude con la benedizione eucaristica.

 

NB. Si possono inserire dei canti conosciuti o anche dei salmi intonati al tema da utilizzare con un ritornello cone salmi responsoriali; come pure si può prevedere, oltre a specifici momenti di silenzio, qualche momento per la condivisione della preghiera o per le intercessioni spontanee.

Categorie: Diocesi,Missione Popolare