Un sì che dura da 150 anni
“RaccontiAmoCi, un sì che dura da 150 anni” è il titolo del Convegno Diocesano per celebrare e narrare la storia dell’Azione Cattolica diocesana che si è tenuto nel pomeriggio di Sabato 10 Marzo presso la Sala Mancinelli del Centro San Luca a Sora. L’incontro si è aperto con la Preghiera Semplice di San Francesco, guidata dall’assistente unitario don Nello Crescenzi e a seguire la benedizione del vescovo Gerardo Antonazzo. Quest’ultimo ha sottolineato l’importanza della narrazione. Attraverso i racconti si fa un’autobiografia, che ha in sé un valore formativo, di ricordo ma anche profetico, poiché ci proietta al futuro e sprigiona l’impegno, come succede per la realizzazione di un sogno. Il Vescovo ha augurato a tutta l’AC diocesana di sapersi sempre raccontare e saper essere voce profetica.
La presidente diocesana Jole Falese ha salutato e ringraziato i presenti dando spazio alla vera protagonista del pomeriggio: la storia. “La storia siamo noi, grazie alla quale siamo qui oggi”. Questo l’input della presidente di AC della parrocchia di Rocca d’Evandro, Melania Marrocco, a cui è stato affidato il compito di moderatrice. Brevemente ha ripercorso la storia dalle origini fino ai nostri giorni.
Racconti più vicini agli adulti quelli del preside Claudio Basile, dagli anni 60 agli anni 80, a capo della G.I.A.C. (Gioventù Italiana di Azione Cattolica), poi dell’Unione Uomini e quindi presidente diocesano. Furono decenni di travaglio, ma Claudio Basile ricorda il costante impegno ad essere presenti ovunque: infatti l’AC era presente in settantadue parrocchie con più di settemila aderenti. Basile racconta di un’AC Diocesana sempre in movimento, in uscita verso le parrocchie, dove i momenti di incontro interparrocchiali erano caratterizzati sempre da opere di misericordia. Si racchiude nell’acronimo PAS (preghiera-azione-sacrificio) lo stile dell’AC di allora. A conferma di questo don Mario Zeverini, già assistente diocesano per diversi anni ma anche assistente regionale, ricorda il centesimo anniversario dell’AC, tra l’entusiasmo e gli striscioni. Don Mario sottolinea l’entusiasmo e l’ossigeno puro che respirava ogni aderente nell’organizzare e partecipare ad incontri-event.
Luciana Costantini, presidente diocesana per due trienni, dal 1989 al 1995, poi anche incaricata regionale, racconta di tempi di discesa, dove il numero delle parrocchie in cui era presente l’AC andava a diminuire. Lo stile dell’associazione però era quello caritatevole, dal più vicino al più lontano, era tutto finalizzato alla carità verso le famiglie. L’obiettivo dell’AC fu quello di puntare sulla famiglia, perché senza la cura della famiglia non si può arrivare ai bambini. Degli anni a seguire ce ne dà testimonianza, Gianni Urbini, presidente nel triennio 1998-2001, il primo dei quali caratterizzato da un “triunvirato” come lo definisce lui, in cui ha condiviso la responsabilità della presidenza diocesana con Antonella Proia e Guerrina Bindella. Ci si preparava al Giubileo vivendo esperienze diverse tra formazione e impegni culturali.
Anche chi non ha potuto essere presente, ha voluto mandare un saluto, come Don Domenico Buffone, assistente diocesano, a cui soprattutto l’ACR ha regalato molto (tanto da gestire la rubrica della posta sulla rivista “Ragazzi”), per la sua vita cristiana di prete di “sfondamento” come ama definirsi. Giulia Spalvieri, presidente per due mandati consecutivi (2005-2008 e 2008-11), con un video messaggio, ha ripercorso velocemente un periodo ricco e magico, di ricostruzione. Fu una gita ad Assisi il momento che segnò la ripartenza dopo la discesa, quando dalla catechesi sul servizio dell’ancora seminarista don Ercole Di Zazzo, gli animi furono risvegliati, l’AC diocesana poteva riprendere il largo.
Tanti momenti da ricordare con Giulia, per Anna Simeone (2008-2011 e 2011-14), che racconta di un’associazione caratterizzata dalla collaborazione con le diverse realtà del territorio, da Exodus al carcere. Una diocesi in cui erano abbattute le mura parrocchiali e in cui non ci si sentiva mai soli. Anna ha ricordato commossa l’incontro con Papa Benedetto XVI a Cassino, nel ricevere l’Eucarestia dalle sue mani. In quel momento, per lei, tutta l’AC diocesana era davanti al Papa nella sua persona.
L’evento più rilevante degli ultimi cinquant’anni è stato sicuramente l’unione delle due diocesi, Montecassino e Sora-Aquino-Pontecorvo. Un’unione che si è fatta spazio nelle presidenze diocesane di Antonio Accettola e Giampaolo Pontone, condividendo un biennio, prima della formazione dell’attuale Consiglio Diocesano. Gianpaolo confida ai presenti le sensazioni di quelle settimane subito dopo la formalizzazione dell’unione: come una coppia di sposi a cui non è stato dato il tempo del fidanzamento per conoscersi. Due realtà che si fondevano tra le diversità e gli obiettivi comuni. Antonio segue alle parole di Gianpaolo ricordando un evento per tutti, il primo dopo l’unione, la prima Festa della Pace, a Cassino. Quando, nelle fasi preliminari dell’organizzazione, ci si chiese quale dovesse essere l’obiettivo della giornata, si decise di fare semplicemente festa tutti insieme per la prima volta. Una grande famiglia allargata in festa.
In conclusione, ogni periodo è stato caratterizzato da impegni e obiettivi importanti, in contesti più o meno favorevoli, dettati da momenti socio-economici-culturali sempre diversi. Il comune denominatore è e resterà sempre la vita delle persone impegnate che fanno l’Azione Cattolica.
I presenti al Convegno hanno avuto modo di osservare la mostra allestita dalla Presidenza diocesana su pannelli, realizzati grazie al materiale inviato dalle parrocchie: foto storiche ma anche più recenti, vecchie tessere, distintivi, statuti, censimenti di tesseramento, lettere e articoli, documenti e racconti. La mostra sarà itinerante e sarà accolta nelle parrocchie che la richiederanno.
Martina Petrilli
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