Scuola di Evangelizzazione: intervento conclusivo del Vescovo Gerardo

SCUOLA DI EVANGELIZZAZIONE

Appunti per l’intervento conclusivo del Vescovo

16 settembre 2014

 

A conclusione di questo straordinario cammino di formazione e di comunione, credo utile fare riferimento al testo biblico di 1Pt 3,15-16:

Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere (= per la giusta difesa) a chiunque vi domandi ragione (= una parola) della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo”.

L’apostolo Pietro continua con una nota di metodo:

“Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo”.

“Apologia” è la capacità di argomentare sulla fede, di organizzare un “discorso” convincente,  di dimostrare come ragionevole e fondata la nostra fede e la nostra speranza in Gesù Cristo morto e risorto.

L’evangelizzazione esige l’attenzione a una duplice direzione:

– la nostra personale sequela di Cristo: “santificare-adorare Cristo nei nostri cuori”. Il “cuore” non riguarda l’intimismo religioso, ma chiama in causa la “totalità” del coinvolgimento della mia vita nel mistero di Cristo;

– capacità di rispondere (rendere ragione-produrre una giusta difesa) della speranza cristiana di fronte gli altri;

– il passaggio da noi agli altri deve avvenire “con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza,…con una buona condotta in Cristo”

Per rendere ragione della speranza, quindi per evangelizzare, bisogna avere una strategia, che è qualcosa di totalmente diverso dagli “stratagemmi”.

Gli stratagemmi servono per vincere con l’inganno, preparano “cavalli di Troia” per l’annientamento dell’altro, servono per esercitare un dominio, per conquistare.

Non dobbiamo cadere nella tentazione evangelizzare con la forza del solo “sentimento”.

Se la fede tocca il cuore al livello del solo sentimento, rischiamo di non favorire una buona comunicazione, perché la nostra “sensibilità” molto personale, può essere ben diversa da quella dell’interlocutore, con la difficoltà di creare un minimo di sintonia e di corrispondenza. Per cui si rischia di non entrare in dialogo, e può anche produrre un’immagine controproducente di fanatismo o di esaltazione religiosa.

La strategia invece serve per un’evangelizzazione pensata, affidata, programmata nelle sue modalità (l’evangelizzazione di strada è diversa dall’evangelizzazione nei locali di aggregazione quali pub, bar, sala giochi,discoteche; è diversa dalla visita alle famiglie; è  diversa dallo svolgimento di un Centro di ascolto…).

La strategia dell’evangelizzazione programma bene anche i contenuti, le tappe e gli obiettivi, perché risponda un’azione pastorale articolata e integrale.

La Scuola di evangelizzazione voleva avviarci in questa strategia missionaria.

Non ha potuto trattare tutto il necessario per tale missionarietà del singolo e della comunità: è mancata, per esempio, la parte che riguarda l’identità dell’evangelizzatore, per rispondere alla domanda su me stesso (“Chi sono io?”). Solo indirettamente si è fatto cenno all’esperienza vissuta, al racconto della propria fede, alla narrazione della vita cristiana, alla testimonianza….

Per tutto ciò, non sottovalutiamo la possibilità di approfondire gli argomenti con la partecipazione alla Scuola diocesana di formazione teologica. La Scuola di evangelizzazione non è la sostituzione né la scorciatoia rispetto alla Scuola diocesana di formazione teologica.

La Missione Popolare:

La parte operativa della Missione è affidata alle singole Zone pastorale.

Per la visita alle famiglie come anche per i Centri di ascolto è bene che siano in due i missionari laici: si può scegliere che i Missionari siano della stessa comunità o potete chiedere di evangelizzare in una comunità diversa, ma vicina.

Il proseguimento della Missione è affidato alle Zone e alle Parrocchie: almeno sopravviva il gruppo dei “missionari laici” e la continuità dei Centri di ascolto. Abbiamo l’aiuto della Lettera pastorale per sviluppare i tanti temi contenuti da utilizzare per le diverse fasce d’età.

Ogni anno si può accennare a un’evangelizzazione più intensa nella propria parrocchia con i missionari laici.

Ogni 3/4 anni pensare ad un progetto straordinario di Missione popolare di Zona con tutti i missionari laici delle rispettive parrocchie

La celebrazione iniziale della Missione e dell’anno pastorale sarà domenica 21 settembre alle ore 18,00 nella chiesa di s. Restituta, protettrice della diocesi, non nella chiesa Cattedrale.

La celebrazione conclusiva della Missione coinciderà con l’inizio della Peregrinatio mariana: sabato 27 settembre dal primo pomeriggio, a Canneto.

La Peregrinatio Mariana:

Non è un fatto devozionale, per fare a “gara a chi accende più candele davanti alla statua”.

E’ il proseguimento della Missione popolare, perché in coincidenza con la peregrinatio, in ciascuna parrocchia: si organizzi almeno una settimana intera per l’animazione vocazionale (vedi Lettera pastorale), durante la quale settimana si possono svolgre i Centri di ascolto, sfruttando i temi della Lettera pastorale sul tema della vita come vocazione.

Si utilizzi il ricco Sussidio con le schede per le diverse fasce d’età, già pubblicato sul Sito della diocesi.

Per l’animazione di qualche  attività pastorale particolare si inviti almeno uno dell’equipe vocazionale che accompagna la Peregrinatio: il rettore del Seminario, don Giovanni; il direttore del CDV, don Silvano; il rettore del Santuario di Canneto, don Antonio.

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