Anche quest’anno, come ormai da trenta a questa parte, s’è svolto Martedì 26 novembre 2013, l’incontro culturale organizzato dal Direttore dell’Ufficio Scuola della Diocesi, don Mario Zeverini, per rinsaldare il vincolo di amicizia e collaborazione tra la nostra Chiesa locale e i Dirigenti Scolastici del territorio. All’invito, esteso come sempre anche ai Direttori amministrativi e ai Dirigenti in pensione, hanno risposto una cinquantina di persone.
La manifestazione, svoltasi a Sora, presso la Sala S. Tommaso, in Piazza Indipendenza, tra le ore 10.00 e le ore 12.30, è stata animata dalla ricca relazione del nostro vescovo diocesano, mons. Gerardo Antonazzo, che per la prima volta ha preso parte a questa lodevole iniziativa, apprezzandone la valenza culturale e il calore umano, che tradizionalmente la caratterizza. Sviluppando il messaggio rivolto all’inizio del nuovo anno scolastico al mondo della scuola, tramite una lettera di augurio a tutte le componenti di ogni ordine e grado, ove si prospettava il campo dell’istruzione come autentico e genuino laboratorio di pace, il nostro Pastore ha esteso la missione al campo delle relazioni umane, che quotidianamente richiedono tra docenti ed allievi una sinergia per superare quella cultura dello scontro, che spesso anima questa società, a partire, purtroppo, dalle stesse famiglie, che, agenzie primarie naturali dell’educazione, talora naufragano nell’incomprensione dei genitori, cagionando incidenze deleterie nello sviluppo intellettivo ed affettivo dei figli. Altresì, poco edificanti sono gli esempi che arrivano dagli altri ambiti collettivi, dal mondo della politica ai talkshow televisivi. Ed allora il compito educativo in che cosa può consistere? Maturare nella relazione aperta e accogliente verso gli altri e costituire una “polis” che cerca di determinare il bene comune sono le grandi indicazioni del Vescovo, pur nella consapevolezza di avere di fronte una Scuola chiamata a potenziare il proprio ruolo nelle seguenti direzioni: creare una rete di solidarietà tra i docenti, riducendone le aree di antagonismo; incrementare la partecipazione del personale non docente al compito educativo; migliorare sempre più l’orizzonte didattico attraverso un rapporto sano e di reciproca accoglienza tra insegnanti e studenti; potenziare l’offerta formativa con il contributo e la partecipazione costante delle famiglie. In questo contesto resta importante individuare la missione che le Parrocchie devono e possono giocare insieme a tutte le altre agenzie educative; in proposito il Vescovo invita a rileggere e meditare con profonda attenzione la lettera che il 21 gennaio 2008 papa Benedetto XVI inviò alla Diocesi di Roma, ricordando che l’emergenza educativa è un dato inalienabile, con cui tutta la società deve fare i conti, per non soccombere dinanzi a un futuro incerto e difficile. Proprio la Parrocchia, dunque, ha un ruolo centrale, fondato sulla vocazione ad interagire con la comunità scolastica, ridandole fiducia e coraggio e promuovendo caritativamente iniziative di scambio e di incontro. Dopo l’intervento del Vescovo, ha preso la parola don Giovanni De Ciantis, che, in qualità di dottore in psicologia, ha dato all’uditorio dei suggerimenti professionali su come gestire le conflittualità, specie d’età adolescenziale, in un tempo in cui fenomeni deleteri, quali bullismo e ostracismo delle diversità, sono divenuti ormai autentiche piaghe sociali, contro cui tutto il mondo dell’educazione deve reagire con forti ed efficaci risposte pedagogiche.
Al termine dell’incontro c’è stato un interessante dibattito, all’interno del quale sono state avanzate dai partecipanti varie proposte di collaborazione, tra cui quella di istituire dei laboratori permanenti del “dialogo sul territorio”, invitando la comunità ecclesiale a farsi promotrice di questa istanza, per superare uno “status quo”, dove spesso le varie istituzioni agiscono in proprio, senza avvertire la necessaria e insostituibile premura a marciare insieme, per vincere le sfide che questo tempo ci riserva, soprattutto nel rapporto con le più giovani generazioni.
Angelo Molle