Seconda relazione tenuta venerdì 21/11 al Convegno diocesano dei catechisti da don Jourdan Pinheiro

Catechisti: chiamati – inviati nella Chiesa «in uscita»

Testimoni, educatori, accompagnatori

 

«Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continua-mente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro. Sappiamo bene, fratelli amati da Dio, che siete stati scelti da lui. Il nostro Vangelo, infatti, non si diffuse fra voi soltanto per mezzo della parola, ma anche con la potenza dello Spirito Santo e con profonda convinzione: ben sapete come ci siamo comportati in mezzo a voi per il vostro bene. E voi avete seguito il nostro esempio e quello del Signore, avendo accolto la Parola in mezzo a grandi prove, con la gioia dello Spirito Santo, così da diventare modello per tutti i credenti della Macedonia e dell’Acaia. Infatti per mezzo vostro la parola del Signore risuona non soltanto in Macedonia e in Acaia, ma la vostra fede in Dio si è diffusa dappertutto, tanto che non abbiamo bisogno di parlarne» (Ts 1,2-8).

«In riferimento ai compiti della Chiesa il Concilio utilizza più di cento volte il vocabolario della testimonianza, a ricordare che se c’è un compito urgente è quello di ricostruire il volto di una comunità ecclesiale, che vive il Vangelo e sa come «narrare» attraverso l’esperienza, la propria avventura di fede, l’incontro autentico e liberante con Gesù. Solo nell’abito di una comunità viva la catechesi può portare frutto e possono nascere evangelizzatori e catechisti validi, che sappiano proporre l’annuncio della fede mediandolo con la vita.Sono figure che vanno dunque sempre pensate inserite in modo vitale e responsabile nella comunità cristiana. Infatti, come si è detto più volte, la qualità dell’azione formativa della Chiesa non dipende tanto da specifici operatori pastorali, quanto dalla significatività delle comunità ecclesiali, titolari e responsabili della catechesi. I membri delle comunità cristiane sono così coinvolti a vario titolo nell’opera di evangelizzazione» (IG 64).

1. Più testimone-meno maestro: «Predicate sempre il vangelo e, se è necessario, usate anche le parole»

o   Chiamati a crescere in una comunità viva: la Parola ascolta e celebrata nell’Eucaristia alimenta e rafforza un’autentica testimonianza nella vita quotidiana

  • Il volto della comunità eucaristica domenicale
  • Lo stile sinodale («camminare insieme») di comunione e corresponsabilità
  • L’esperienza del gruppo parrocchiale dei catechisti

o   Chiamati a riconoscere i segni di speranza oggi: discernimento e conversione pastorale

  • «Riconoscere il bene presente nei nuovi scenari e a individuare i luoghi a partire dai quali dare rinnovata vitalità al nostro impegno missionario ed evangelizzatore … convinti che anche in questo tempo è possibile annunciare il Vangelo e vivere la fede cristiana» (IG 10);
  • Crescere nell’ascolto e nella capacità relazionale: da persona a persona
  • Rispetto e collaborazione nei rapporti con «le realtà del territorio che si prendono cura delle persone in tutte le età e situazioni di vita»

o   Chiamati a «farsi prossimo» e «accogliere»: esperti di umanità – portatori di buona notizia

  • Gli uomini e le donne di questo tempo nelle diverse situazioni: giovani e adulti
  • Compagni di viaggio delle giovani generazioni: oltre la preparazione ai sacramenti
  • Le sfide al di fuori degli ambienti parrocchiali e ecclesiali: le periferie esistenziali

«I catechisti non si dispongono da soli al servizio del Vangelo, ma rispondono liberamente a una vocazione (DB 185), i cui elementi specifici sono: una consapevole decisione per Gesù Cristo, da consolidare in un cammino di fede permanente; l’appartenenza responsabile alla Chiesa, in spirito di comunione e di comple-mentarità con gli altri ministeri; la capacità di favorire la progressiva integrazione tra la fede e la vita dei catechizzandi. Viene così sottolineata la delicatezza della scelta delle persone per questo ruolo. Del resto, anche se ogni «cristiano è, per sua natura, un catechista» (DB, n. 183), l’esercizio del servizio catechistico è una vocazione cui non ci si può mai sentire del tutto adeguati; si tratta, piuttosto, di un dono che richiede di essere coltivato con responsabilità spirituale e pastorale. Un discernimento in ordine a tale chiamata e al tipo di servizio all’evangelizzazione, è pertanto indispensabile … I parroci e i loro collaboratori dovranno suscitare disponibilità a servizio dell’annuncio e della catechesi da parte di coppie di sposi, laici e laiche adulti e giovani, e proponendo loro anzitutto una valida e integrale formazione cristiana di base» (IG 77).

2. Educatori si diventa: «Credenti autentici – Uomo/Donna di Memoria»

o   Un compito nuovo: dall’istruzione religiosa all’educazione alla/della fede

  • La ricerca di Dio e la domanda di fede: scelta libera dei soggetti
  • Cambio di mentalità: oltre il “si è fatto sempre così”
  • Alleanze educative: imparare a progettare con … imparare a verificare con …

o   Memoria e sintesi: dottrina e vita, annuncio e dialogo, accoglienza e testimonianza di fede

  • Custodire la memoria di Dio in se stessi e risvegliarla negli altri
  • Mettere la memoria dell’incontro con Gesù a servizio dell’annuncio
  • Accompagnare l’interiorizzazione della Parola annunciata, nella vita dei soggetti

o   La formazione di base e la formazione permanente: «mai del tutto arrivati»!

  • La chiamata “cresce” e “matura” con il chiamato: no all’individualismo, alla crisi d’identità e al calo del fervore
  • Saper affrontare situazioni in tutto o in parte inedite: il primo annuncio agli immigrati; l’attenzione ai genitori che chiedono per i figli il Battesimo o i sacramenti dell’iniziazione; accompagnatori per il catecumenato dei giovani e degli adulti; catechisti ed educatori degli adolescenti e dei giovani; figure capaci di rivolgersi agli adulti in tante realtà ordinarie e straordinarie; curare la fede delle persone della terza età e delle persone disabili
  • Abilitati al servizio: essere, sapere, saper fare, saper stare con. «L’essere sottolinea la maturazione di una vera identità cristiana, fondata su di una spiritualità cristocentrica; il sapere è inteso come intelligenza integrale dei contenuti della fede; il saper fare concerne l’acquisizione di una mentalità educativa e la maturazione della capacità di mediare l’appartenenza alla comunità ecclesiale, di animare il gruppo e di lavorare in équipe; il sapere stare con rinvia alla sfera relazionale, cioè alla capacità di comunicazione e di relazioni educative» (IG 82).

«La conoscenza della dottrina, un cammino autentico di spiritualità e la fedeltà ecclesiale sono qualità essenziali, eppure da sole non bastano per delineare l’identità dei catechisti: essi necessitano di vera espe-rienza missionaria per saper incontrare tante situazioni e illuminare con una parola di fede e di piena matu-rità umana, condizioni che permettono di gestire ogni relazione con equilibrio e saggezza. Sinteticamente si può dire che, nell’ambito di una Chiesa che si fa compagna di viaggio dei contemporanei, il catechista e la catechista evangelizzano narrando la propria esperienza nella fede della comunità ecclesiale. Essi favoriscono l’apertura del cuore alla Parola di Dio, ne stimolano l’apprendimento, ne accompagnano l’interiorizzazione, ne mediano la personalizzazione, sostengono e accompagnano la maturazione della risposta di fede» (IG 76).

3. «L’arte dell’accompagnamento»: sostenere e accompagnare la maturazione della risposta di fede

o   L’accompagnamento personale dei processi di crescita (EG 169 – 173)

  • Disponibilità all’accompagnamento: mettersi accanto e percorrere un tratto di vita insieme
  • “il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana”
  • Dall’ascolto rispettoso e dalla capacità di compatire: cercare le vie per un’autentica crescita, risvegliare il desiderio dell’ideale cristiano, rispondere pienamente all’amore di Dio e sviluppare il meglio di quanto Dio ha seminato nella propria vita”

o   Il chiamato-inviato è inviato-chiamante: attenzione alla vocazionalità della vita

  • Una cammino verso la maturità comporta tempo e pazienza
  • Fervore apostolico e presenza attrattiva: cogliere ogni occasione per proporre e invitare
  • Aiutare a discernere e ad accogliere con gioia la propria vocazione come progetto di vita

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