Riprendono a pieno ritmo le attività dell’Azione Cattolica della parrocchia di S. Bartolomeo, S. Silvestro e S. Ciro. Nel pomeriggio di sabato 11 ottobre la celebrazione di apertura dell’anno associativo, a cui sono stati chiamati a partecipare tutti gli iscritti, dai bambini agli adulti, per condividere insieme un momento di riflessione e di festa. I primi ad iniziare sono stati i bambini, alle 15, nei locali della casa parrocchiale, e dopo l’attività a loro dedicata anch’essi sono stati invitati in chiesa per il momento di preghiera comunitario, con ragazzi, giovani ed adulti. La celebrazione ha avuto il fulcro su quel «coraggio, sono io, non abbiate paura!» pronunciato da Gesù per rincuorare i suoi discepoli, saliti su di una barca mentre Lui era sul monte a pregare, che erano stati sorpresi dalla tempesta (Mc 6, 45-52). Ed ispirato alla barca il gesto di scrivere il proprio nome ed attaccarlo su un modellino di imbarcazione posto ai piedi dell’altare, come segno del voler camminare insieme al Signore ed alla comunità parrocchiale, nell’impegno di donare se stesso per gli altri.
Sulle magliette indossate dai membri del consiglio parrocchiale ed educatori queste parole: Amore. Quanto mi ami da 1 a 10? Dall’uno al dieci tanto ma dall’11 in parrocchia ricomincia l’AC. Il presidente dell’AC parrocchiale, Riccardo Petricca, ha poi spiegato il significato di questi numeri durante il suo discorso di saluto: «A cosa ci fa pensare il numero 11? Undici sono i giocatori di una squadra di calcio, ma quelli che poi “giocano” sono 10. Dieci sono i Comandamenti, che bisogna rispettare per avere la vita eterna. Gesù però ci ha donato un altro comandamento: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Bisogna quindi amare al massimo, non basta fare dieci, ma arrivare a undici, bisogna dare il massimo di sé». Dopo la presentazione delle varie attività per ogni settore, ACR, giovanissimi, adulti, il lancio di nuovi incontri programmati per i giovani, per gli adulti-giovani e i lavoratori, con tematiche mirate ad una riflessione di stampo cristiano anche su temi di interesse sociale. «I giocatori giocano in una squadra in cui purtroppo spesso si accorgono che ci sono persone demotivate, stanche, e questo può portare sfiducia – conclude Riccardo Petricca – ma c’è qualcuno che dice: tranquilli, perché in porta ci sono io, non passa nessuno. Ma la partita la devi giocare tu, devi segnare e vincere. Segna, coraggio, ci sono io! Non abbiate paura».
Al termine, dopo il saluto e la benedizione del parroco, don Donato Piacentini, per tutti un momento di convivialità per salutare nella condivisione della gioia l’inizio di un nuovo intenso anno insieme.
– Carla Cristini
– Foto di Federica Di Cocco e Piercarlo Gugliotta