Una consolidata tradizione che affonda le sue radici nel XVII secolo, ha proclamato la Madonna di Loreto protettrice della città di Arpino. La sua intercessione avrebbe infatti risparmiato la città e i suoi abitanti da carestie, epidemie, terremoti e guerre. L’avvenimento più rilevante che assunse davvero il significato di un miracolo, si verificò il 17 aprile 1799 quando le truppe francesi, in guerra contro i sostenitori dei Borboni di Napoli, marciarono verso la città di Arpino per saccheggiarla. La popolazione, impaurita, invocò l’aiuto della Madonna e collocò la statua rappresentate la Sua immagine fuori le mura della città. Mentre l’esercito stava per entrare nella città, fu fermato da un esercito di novemila uomini vestiti di bianco guidati da una donna bruna che fu successivamente identificata come la Madonna di Loreto.
Per questo, il 10 dicembre, in occasione della festività della Madonna di Loreto, ad Arpino si celebrano i festeggiamenti in onore dell’Augusta Protettrice. La statua conservata nel monastero delle suore benedettine, qualche giorno prima viene portata nella parrocchia di San Michele Arcangelo dove vengono celebrate le Messe in Suo onore.
Anche quest’anno, come consuetudine, alle ore 10,30 è stata celebrata la Santa Messa officiata dal Vescovo Diocesano S.E. Mons. Gerardo Antonazzo insieme ai Sacerdoti dell’unità pastorale, Don Antonio di Lorenzo, Don Salvatore Incani, al missionario Identes Padre Saverio e al diacono Mario Germani alla presenza delle autorità civili e militari del paese, dell’associazione “Arma Aereonautica sezione di Arpino” di cui la Madonna di Loreto è protettrice, delle congreghe delle Chiese del territorio e dei fedeli tutti.
In questa celebrazione il Vescovo Mons. Gerardo, ha sottolineato il fatto che quest’anno la festività della Beata Vergine Maria di Loreto cade all’interno dell’Anno Giubilare della Misericordia, per questo, la Madonna invita ancora di più tutti noi ad entrare nella Sua Santa Casa di Nazareth per vivere nella nostra interiorità l’esperienza della Misericordia.
Per abitare la Santa Casa con il cuore è necessario condividere con Lei alcuni tratti spirituali della Sua esperienza con Dio avvenuta attraverso il dialogo dell’Annunciazione.
Ma che cosa può insegnarci il dialogo tra Maria e l’angelo riportato dall’evangelista Luca? Dobbiamo dividere il brano in due parti: nella prima parte, Mons. Gerardo ha messo in rilievo il saluto dell’angelo a Maria e la conseguente reazione.
Due aspetti emergono nel cuore di Maria durante il dialogo con l’angelo, la cui figura può rappresentare sia un messaggero, sia la presenza speciale di Dio nella vita di una persona, aspetti che appartengono anche a noi stessi: il turbamento e la domanda.
Dopo il saluto dell’angelo, Maria si è turbata, chiedendosi che senso avesse quel saluto, ed è entrata in dialogo interiore con se stessa.
Oggi noi abbiamo perso la capacità di reagire come Maria che invece ci insegna ad essere persone riflessive e capaci di guardarsi dentro. Rischiamo di rimanere assenti, imperturbabili di fronte a qualsiasi tipo di situazione personale, familiare, nazionale o internazionale: il turbamento, l’inquietudine, invece, sono sinonimi di capacità e impegno.
Lo stesso Papa Francesco, nel discorso di Firenze ha dichiarato “sogno una chiesa italiana che si lasci inquietare”.
Abbiamo perso la capacità di porci delle domande e chiederci il senso degli avvenimenti: mentre prima occorreva trovare delle risposte, oggi il problema è che nessuno più si pone delle domande, non si chiede quale sia il senso della vita, della fede e dei valori comuni.
“Nella seconda parte del Vangelo, Maria nella sua Santa Casa si pone un’altra domanda – prosegue Mons. Gerardo – <<Come è possibile? Non conosco uomo>>. Non dubita della volontà di Dio, ma dubita di come queste parole possano diventare realtà”. Questa considerazione può essere significativa anche per noi: come è possibile che la mia fede diventi concreta? È la domanda che tutti noi poniamo alla Chiesa. La nostra fede può diventare concreta quando abbiamo il coraggio di fare delle scelte coerenti e vissute.
In conclusione, in questo anno giubilare straordinario, nella festa della Santa Casa di Loreto dobbiamo partire dal domandarci qual è il senso della vita, fino a concretizzare il senso della nostra fede e solo Maria può aiutarci a farlo intercedendo per noi, trasformandoci interiormente e qualificando sempre di più la nostra vita cristiana.
Prima della benedizione finale, il parroco Don Antonio di Lorenzo ha ringraziato il Vescovo Gerardo della sua presenza ad Arpino, ha chiesto di pregare per Sua Eccellenza affinché, seguendo l’invito del Papa ad “Uscire”, continui a svolgere la sua missione con energia ed entusiasmo. Ha ringraziato poi i sacerdoti dell’unità pastorale, i laici impegnati nei vari settori e l’amministrazione comunale per il dialogo costante con la comunità parrocchiale.
Al termine della Santa Messa, sua Eccellenza, ha benedetto il presepe parrocchiale, mentre il coro “Mille Voci”, che ha animato la celebrazione liturgica, intonava il canto “Tu scendi dalle stelle”.
– Angela Gabriele
Foto: Gianna Reale