È stata anticipata a martedì 18 giugno 2014 la tradizionale processione del “Corpus Domini” che ormai da qualche anno si svolge dalla chiesa di Santa Maria Porta Coeli, dove prima è stata celebrata la santa messa, presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo, fino alla Basilica di San Domenico. Ad accogliere la processione, i fedeli e la bella infiorata preparata come vuole la tradizione. A occuparsi dei disegni e della direzione della messa in opera dell’infiorata, che si snoda nella navata centrale della Basilica per venti metri, sono stati chiamati due artisti del luogo, Raffaella Gerardi e Daniel Bottini, con l’intento di avvicinare più giovani possibili alla parrocchia e nello stesso tempo mantenere la tradizione. Dopo la fine della messa della 18.00 della domenica 16 giugno e per due giorni e due notti si realizzano i lavori, con un team formato dai giovani che hanno ricevuto la Confermazione qualche tempo prima con la promessa di impegnarsi in attività parrocchiali e degli adulti sempre disponibili alle necessità della parrocchia. L’infiorata, aprendosi e chiudendosi con due rosoni che richiamano alla mente quelli della Basilica, descrive all’interno il tema della “famiglia” ed è realizzata con materiali scelti con cura e minuziosità a partire dai materiali secchi (grano, orzo, mais, carrube, favetti) per arrivare ai fiori (rose, ginestre, piccoli fichi). Dalle mani di Dio che troviamo nel primo quadro, simbolo della bontà, del dono delle grazie di Padre che col calice e l’ostia mostra la vita del Figlio donata a noi, si passa al pellicano del secondo quadro, in cui l’uccello bianco d’Egitto dal caratteristico lungo becco che nutre attraverso un’apertura del collo i suoi piccoli, spiega il sacrificio delle proprie carni per la vita dei figli fino a divenire “emblema di carità” e di sacrificio: Cristo “che è salito alle altezze della Croce e dal suo fianco aperto sono sgorgati il sangue e l’acqua per la salvezza e la vita eterna”. Troviamo nel terzo, la rappresentazione della Sacra Famiglia e nell’ultimo quella dello stemma vescovile della diocesi di Sora.
Solo l’incarnazione dei valori e della fede nella vita di tutti i giorni unita alla forza che l’unità e la collaborazione nell’amore può dare, permette di realizzare tappeti di fiori da stendere a terra dove Dio può camminare.
Maria Giuseppina Bianchi