Terzo Giorno di Missione, Parrocchia del Divino Amore, loc. Pontrinio, Sora: “Chi è Dio per te?”

 

Ieri sera presso la sala parrocchiale della Chiesa del Divino Amore di Sora, il Resp. delle Comunità Neocatecumenali della Basilica di San Domenico di Sora, sig. Bruno Forte, ha posto alla platea la domanda: “chi è Dio per te?”.

 

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Forti ed emozionanti sono state le risposte offerte dai partecipanti, i quali, senza timore alcuno, sono riusciti a raccontarsi. Così le persone parlando del loro vissuto hanno dato testimonianza della loro esperienza del Signore perché nei “fatti” della loro vita, così ha affermato il Responsabile delle Comunità Neocatecumenali della Basilica di San Domenico di Sora, “Dio ci parla di se stesso e ci dice cosa vuole da noi, perché ci vuole incontrare… Se non sappiamo interpretare i fatti che accadono, belli e brutti, non sappiamo cosa Dio vuole da noi”.

A questo punto il missionario Bruno Forte per dare supporto biblico alle parole proferite, ha richiamato le storie di Giobbe ed Abramo. Entrambi queste figure bibliche hanno avuto segni tangibili del Signore nella loro vita. Giobbe, uomo giusto, da una condizione di vita felice è condotto dalle prove in un’opposta condizione di totale sofferenza economica, sociale, affettiva e fisica. Eppure Giobbe, anche se soffrente, “sente” ancora Dio nei “fatti” della sua vita e non lo rinnega dicendo: «Nudo uscii dal seno di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!» e per la sua fede alla fine Giobbe è sollevato dal suo tribolare e ricompensato da Dio.  Abramo invece parte da una condizione opposta, dallo smarrimento dell’anziano per una vita di desideri irrealizzati, eppure anche in tale stato resta aperto al volere di Dio che lo stupisce, lo solleva, lo prova ed infine, per la sua fede, gli dona una vita nuova. Ecco due esempi estremi della presenza forte, opposta negli impatti, di Dio nella vita terrena. L’Uomo che provato dai “fatti” proprio nella fede in Dio trova la forza per superare e sopportare ciò che da solo l’umano intelletto non sopporterebbe o spiegherebbe perché, come ha ricordato il missionario Bruno Forte, citando l’enciclica “fides et ratio” del Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, “la fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità”.

 

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Ma per sollevarci Dio ci vuole interlocutori consci ed accondiscendenti. Di conseguenza quale più alta immagine di una vita umana volontariamente donata al progetto divino… quale vita terrena caratterizzata dai segni più splendidi di Dio…  se non quella di Maria?

Quindi l’incontro non poteva che terminare con la lettura del Vangelo dell’Annunciazione (Lc 1, 26-38) e con la domanda: “come Maria, sei disposto a dire di si a Dio ed a far parte del progetto che Lui ha fatto per la tua vita?”.

 

– Alberto Pagnani e Rita Balestrieri

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