Il 16 agosto è un giorno particolarmente importante per l’intera città di Sora e per tanti paesi del circondario. Come ogni anno si rinnova il tradizionale appuntamento con la fede e la devozione verso San Rocco, grazie alla cui intercessione Sora fu risparmiata nel ‘600 dal terribile flagello della peste. La piccola piazza alle pendici del colle di San Casto già dalle 6 si è riempita di fedeli accorsi per la celebrazione eucaristica, ancor prima del sorgere del sole, mentre molti attendevano lì la solenne concelebrazione delle 7.30, presieduta dal nostro vescovo Gerardo Antonazzo e a cui hanno partecipato i parroci delle parrocchie cittadine. Un cielo plumbeo ha vegliato dall’alto durante l’eucarestia, in un silenzio davvero profondo e particolare, che invitava a raccogliere e meditare le parole dell’omelia pronunciate da mons. Antonazzo, sull’Amore vero, quell’amore infinito che ha portato i Santi, nostri fratelli maggiori nella fede, a imitare con la loro vita quella di Cristo, per servire Dio ed il prossimo, prendendo spunto dalla parabola del buon samaritano. Al termine della messa, animata dal coro dei giovani della parrocchia di San Bartolomeo, San Ciro e San Silvestro, si è snodata la processione che ha attraversato tutto il centro cittadino, un lungo corteo formato da centinaia di persone, bambini, anziani, malati, molti scalzi in segno di penitenza e con al collo pesanti ceri. Lungo le strade, sui marciapiedi, due ali di folla hanno colorato tutto il percorso della processione, soprattutto chi per età o malattia non può accompagnare il Santo con il suo devoto cammino. Al termine, in piazza San Rocco, il panegirico e la benedizione da parte del parroco don Donato Piacentini, che ha esortato ciascuno dei presenti ad imitare, nella fede, la figura di questo santo così amato e venerato.
– Carla Cristini