Tutti x Uno , Uno x tutti – Testimoni  a tutto campo

È già trascorso   qualche giorno dalla fine del campo scuola giovanissimi di Azione Cattolica, ma sono ancora forti e nitide nel cuore e nella mente  le emozioni vissute insieme da tutti i giovani partecipanti e dagli animatori della diocesi.

Tanta la stanchezza dopo giorni di attività, catechesi , momenti di spiritualità , di gioco e di festa, ma grande e immensa  la gioia che stiamo provando in queste ore leggendo le testimonianze di quelli che sono stati i veri protagonisti del campo scuola: i giovanissimi di Ac.

Come il contadino che semina,  senza rendercene conto, dopo aver seminato oggi raccogliamo i primi frutti: le testimonianze di questi ragazzi.

Bastava mettersi in ascolto, non stancarsi di aspettare.  Il buon contadino sa che per ogni momento il tempo è importante,  che il seme piantato nella terra ha bisogno di tempo per trasformarsi, crescere e manifestarsi per la mietitura. Nessuna fretta, né  turbamento, né inutili impazienze, bensì attesa fiduciosa.

È questa la ricchezza dell’attesa: saper aspettare i giovani, mettersi al loro servizio, restare in ascolto dei loro cuori, renderli protagonisti delle loro vite per costruire al meglio il loro futuro, lasciando loro i giusti spazi e i giusti tempi, mettendo da parte fanatismi e falsi protagonismi.

Dopo questo breve campo scuola, i nostri giovani di Ac , uniti in Cristo, ci chiedono ancora una volta di poter essere Chiesa viva, di avere il modo di esprimere la bellezza di essere Cristiani, di poter collaborare insieme ed essere parte attiva del corpo vivo della nostra comunità.

L’EQUIPE GIOVANISSIMI

Valentino Gabriele – Agostino Errico – Sara Polsinelli – Federico Guglietti – Rosamaria Ferri – Fabio Evangelista – Arianna Fiorletta – Iginia Palombo – Giandomenico Trezza – Fabrizio Di Ruzza – Elisa Giannetti – Luca Castaldi – Don Fabrizio Caucci

Federica: Questa è stata la mia prima esperienza di campo Acg, prima ne ho svolti molti altri con la mia parrocchia, ma mai nessun campo mi ha dato questo risultato di cambiamento. Devo essere sincera, il primo giorno che sono arrivata non volevo rimanere, volevo andarmene a casa, ma dopo poche ore mi sono pentita di quello che ho pensato. Ho trovato un ambiente nuovo, bellissimo. I ragazzi erano tutti molto socievoli, per non parlare degli educatori che non mi hanno imposto nulla , anzi mi hanno fatto capire molte cose, mi hanno fatto capire che devo cacciare la grinta che è rinchiusa in ognuno di noi, ma soprattutto mi hanno fatto credere di più in Dio. E’ un esperienza che consiglio a tutti.

Gioele:  E’ inutile dire che è stato un campo stupendo. Il primo pensiero che mi è venuto in testa appena tornato a casa è stato: “4 giorni sono pochi”.. E’ dura tornare, sono stati giorni fantastici con tutti i ragazzi, gli educatori, Don Fabrizio e il Vescovo. Ho provato un unione senza precedenti. E’ indescrivibile, non ho mai pensato di arrivare fin qui con Voi e di legarmi a nuove persone, ma ora mi sento come nuovo. Ho amato e Amo ancora ogni cosa di questi giorni, non li dimenticherò mai. Grazie, ve lo dico dal profondo del Cuore, Grazie.

Maria: Quattro giorni fa non avrei di certo pensato che mi sarebbe mancato il campo scuola di Ac. Non avrei mai immaginato che ci si potesse divertire e imparare a scoprire se stessi, cosa che invece è successa. In così poco tempo sono riuscita a farmi 55 nuovi amici e ad avvicinarmi di più a Dio, più di quello che io abbia mai fatto nella mia vita. Non c’è stato un momento che io possa etichettare come migliore, perché sono stati tutti stupendi. Un’esperienza più unica che rara che mi ha fatto sorridere e piangere come tutte le cose belle della vita. Non ho altre parole per descrivere l’emozione che ho provato e che tutt’ora mi stupisco di trovare. Posso solo dire grazie a chi, con leggerezza ed amicizia ha fatto si che riuscissimo, tutti insieme ad abbattere i muri della fede che sembravano incrollabili. Grazie a tutti, a Valentino, Agostino, Arianna, Sara, Federico, Fabio, Iginia, Elisa, Giandomenico, Fabrizio, Rosamaria, Luca ma soprattutto a Don Fabrizio. Grazie di cuore. Mi avete regalato dei momenti della vita che mai dimenticherò. Un bacio.

Alessandra (Rieti):  Quello vissuto è stato un campo molto bello nel quale abbiamo trattato argomenti esaurienti per poi dilagare in argomenti ancora più interessanti come i testimoni di Geova o il perché le persone che non vanno a messa si identificano cristiane. L’esperienza è da rifare e spero che pur appartenendo ad una diocesi diversa io e gli altri di Rieti possiamo essere di nuovo presenti al prossimo campo Giovanissimi organizzato dagli educatori della Diocesi di Sora

Rita:  Nostalgia. È questo ciò che si prova una volta tornati a casa dopo aver condiviso dei momenti bellissimi con delle persone a dir poco fantastiche. Non è stata la mia prima esperienza di campo scuola e, andando a paragonarla con le esperienze precedenti, posso affermare che questo è stato il campo migliore.

Insieme a Don Fabrizio siamo andati alla scoperta di alcuni personaggi biblici che, sotto molti punti di vista, possono essere paragonati a noi ragazzi. Abbiamo analizzato Pietro, nel quale possiamo ritrovare le nostre vigliaccherie, le nostre debolezze. Infatti è proprio Pietro l’apostolo che rinnega Gesù per ben tre volte per poi pentirsene. Successivamente siamo andati ad analizzare Giovanni, l’apostolo più giovane e l’unico ad aver ascoltato il battito del cuore del suo Maestro prima della sua morte. Mi ha affascinato molto questo personaggio perché è rimasto sotto la croce mentre Gesù moriva, ha avuto coraggio ma è stato allo stesso tempo inconsapevole del pericolo; ma un altra figura, a mio avviso interessante, è Paolo: il cambio di nome vuole richiamare la completa trasformazione della sua vita dopo l’incontro con Gesù. Da forte è diventato piccolo, e tutti noi di fronte a Dio siamo piccoli. Noi siamo Pietro, Giovanni e Paolo e, in parte, anche Maria, che ha cambiato stile di vita per compiere la volontà di Dio, che è diventata una matita nelle mani del Signore facendo ciò che Lui le ha chiesto.

Grazie al confronto con i nostri educatori, siamo riusciti a capire il nostro corpo, ad individuare i nostri pregi e difetti, a  capire che il cuore della Chiesa siamo noi perché Gesù dice: “Dove due o tre persone sono radunati nel mio nome, io sono là in mezzo a loro”, a comprendere che cuore e mente sono collegati tra di loro e che gli arti servono per fare ciò che vuole il Signore. Siamo andati ad “identificare” il cuore con Giovanni, la mente con Paolo (l’unico persecutore che è stato capace di far collaborare mente e cuore), gli arti con Maria.

Molto emozionanti sono stati i momenti come la cena ebraica, la veglia, il deserto e le confessioni. Non mi era mai capitato di riflettere seriamente durante il deserto e di piangere durante le confessioni, come non mi era mai capitato di incontrare ragazzi disposti a collaborare per il “bene comune” insieme agli educatori e a Don Fabrizio. Ed è stato in questi giorni che ho visto la Chiesa, tante membra che collaboravano insieme per il funzionamento di un unico corpo e, attraverso questa collaborazione, il tema del campo è diventato un qualcosa di concreto. È stato proprio in questi quattro giorni che, isolandomi dal resto del mondo, sono riuscita a ritrovare ciò che avevo perso: la fede. Posso dire di nuovo, forse più di prima, “Io credo”.

Giulia: Beh che dire ,dopo dieci anni questa esperienza mi ha lasciato di nuovo senza parole per descriverla, ma ha riempito il mio cuore e la mia mente e ha dato più forza alle mie mani e ai miei piedi… Non a caso utilizzo queste parole; sono semplicemente il riassunto di quegli insegnamenti che hanno tenuto insieme le attività in questi quattro giorni. Attività che hanno visto a confronto idee di ragazzi diversi, fuori ma soprattutto dentro, le quali certamente sono cambiate  o maturate in ciascuno di noi. Un grazie enorme va a tutti gli educatori che ancora una volta con massimo impegno si sono dedicati a noi con amore e uno spirito di fede e di squadra meraviglioso, ma un grazie particolare va a 4 ospiti eccezionali così lontani eppure così vicini che con loro cuore la loro mente le loro paure i loro sbagli il loro servizio ci hanno fatto comprendere che vicino a dio ognuno occupa il primo posto e ognuno per un motivo o un altro é scelto appositamente per realizzare un progetto che non viene da noi ma da Dio e ci appartiene più di ogni nostra libera scelta, per cui grazie a Pietro Giovanni Paolo e Maria. Cosa non scorderò mai? Che siamo tutti primi e indispensabili parti del grande corpo quale è la chiesa.

Ricordate AC non è un’emozione, quella che inizia ma presto finisce, AC è sentimento, dura a lungo, spesso una vita e anche oltre.

Chiara (Rieti): In questi quattro giorni sono stata benissimo, soprattutto perché ho avuto modo di conoscere persone fantastiche! Se mi chiedessero qual è stato il momento più bello del campo non saprei davvero cosa rispondere, tutto ha avuto un’intensità e una  carica uniche. Porterò sempre con me il ricordo di Castellafiume e le vostre parole: gli scherzi, le risate, le riflessioni, le fesserie e senza dubbio gli sguardi; si proprio loro saranno quelli che non dimenticherò mai. Grazie di tutto e spero di rivedervi presto. Grazie mille volte, mi avete lasciato tanto.

Luigi:  Non è facile descrivere un sogno, le parole non riescono a comunicare quella variopinta sfumatura di colori che è stata l’esperienza nel verde delle montagne di Castellafiume. Giorni che mi hanno cambiato profondamente, che hanno rispolverato in me una forza nuova che forse avevo dimenticato, la forza di vivere, di sentirsi parte di una vita o meglio delle vite, poiché è questa la cosa fondamentale che è stata inculcata nei nostri cuori, cioè che tutti siamo legati sotto un’unica guida, uniti nella diversità. Forse non avrei mai riscoperto quella voglia di ridere, forse non avrei alleggerito la mia anima, forse non avrei conosciuto persone straordinarie, forse non avrei compreso appieno il senso della quotidianità oramai oggi adombrata dagli impegni della vita di tutti i giorni. Un esperienza che serberò nel mio cuore non senza una lacrima. Un tesoro che mi permetterà di vedere il mondo dall’alto come un aquilone.. Grazie

Naomi:  Che Dire, questo è stato il primo campo nella mia vita. Prima di cominciarlo non mi aspettavo granché, anzi temevo di aver fatto la scelta sbagliata. Oggi invece sono qui a ricredermi! Sai quando ti aspetti una cosa e invece succede tutt’altro?! Non credevo che in soli quattro giorni dentro di me si sarebbero scosse così tante cose, così tante emozioni. Ho passato un periodo nel quale dentro di me la fede è scemata. Grazie a quest’esperienza non dico di averla ritrovata, ma sono sulla giusta strada per ricercarla. Per continuare questo cammino ho deciso infatti di iscrivermi all’ACG. Mi sono poste tantissime domande e sono nati altrettanti dubbi. Devo ringraziare perciò TUTTI, nessuno escluso; dagli educatori a Don Fabrizio e tutti i compagni di avventura. Spero di rivedere tutti presto perché mi mancate da morire. Baci.

Silvia:  Comincio con il dire che un campo scuola è l’esperienza più bella che possa capitare a chiunque, credente o non, un campo scuola è una valanga di emozioni, ti fa crescere, risolve i tuoi problemi e ti dà le risposte ai tuoi dubbi, è un’ esperienza che non si può spiegare a parole.. bisogna solo viverla! Sono 3 anni che faccio campi scuola e ogni anno è un emozione diversa, questo campo secondo me è stato quello più bello.. eravamo un gruppo unito, come un corpo non può fare a meno dell’altro. Ricorderò sempre con un sorriso ma anche con una lacrima quello che ho vissuto questi giorni. Un grazie speciale va a Don Fabrizio e agli educatori che hanno reso questo campo indimenticabile.

Francesca:  Per raccontare questa meravigliosa esperienza inizio col dire che dopo 3 anni di campo ACG, questo per me è stato il ricco di emozioni, perché attraverso il deserto, la confessione, le catechesi e la veglia ho imparato a far collaborare mente e cuore. Sicuramente il momento più difficile è stato il deserto in quanto l’idea di rimanere sola con me stessa mi spaventava. Ho trovato, però, la forza e il coraggio per superare questa paura. Un altro momento che mi ha coinvolto maggiormente è stato quando gli educatori con cui siamo cresciuti ci hanno lavato i piedi ripetendo il gesto di Gesù. È stata una scena meravigliosa che resterà per sempre nel mio cuore. Come ha detto Don Fabrizio, voglio affidare a Dio le vere amicizie nate durante questo campo perché sono convinta che possono durare in eterno. Voglio ringraziare tutti gli educatori del tempo che hanno dedicato a noi, perché senza di loro non avremmo vissuto questa meravigliosa esperienza. Un grandissimo ringraziamento va a Don Fabrizio grazie al quale sto riuscendo a capire me stessa. Dobbiamo sempre ricordare che ognuno di noi è un membro indispensabile per formare questo grande corpo che è l’AC e quindi…. “TUTTI PER UNO, UNO PER TUTTI”!

Marianna: Non è la prima esperienza di campo e spero neanche l’ultima. Ogni anno resto soddisfatta dell’unione tra crescita personale e condivisione con gli altri. I momenti più importanti come la veglia , le confessioni  e il deserto, esperienze personali con conseguente crescita interna riescono perfettamente ad essere accompagnate da esperienze con altre persone , vecchi o nuovi amici . Quest’anno in particolare sono rimasta colpita dalla cena ebraica, dal suo significato profondo e dal tema fondamentale  del campo ,che la chiesa è l’unione di tutti noi e ha bisogno di tutti cosi come siamo senza distinzioni , con i nostri pregi e difetti, siamo tutti indispensabili.

Edoardo: È questo il mio primo e unico campo scuola. Unico perché per la prima volta ho sentito in me la voglia di non basarmi più su emozioni superficiali, bensì di cercare il vero senso di esse attraverso un’accurata analisi interiore. È stata proprio attraverso tale analisi che poco a poco le mie paure sono state domate definitivamente, e il collaborare insieme a i miei compagni di avventura ha fatto sì di cancellare tutti gli episodi negativi del mio passato. È stata un’emozione fantastica e non la dimenticherò mai.

Simona : Sono ormai molti anni che frequento l’azione cattolica e che faccio campi scuola ed ogni anno il mio bagaglio di fede si arricchisce sempre di più , nei campi degli anni precedenti arrivavo piena di dubbi e me ne andavo stracolma di domande e non capivo mai il perché, me ne facevo una colpa.

Il campo di quest’anno invece mi ha fatto capire che Dio ha un progetto ben preciso per me che coinvolge tutta me stessa (cuore, mente, mani e piedi ) e che se mi faccio domande è perché ho voglia di conoscerlo e di avvicinarmi a lui.

Consiglierei a chiunque di entrare a far parte dell’azione cattolica sia perché si conoscono tante nuove e belle persone e sia perché si conosce meglio se stessi, si impara a riflettere e a non essere superficiali è un’esperienza che continuerò a fare per sempre e spero che un giorno tutto quello che ho appreso potrò testimoniarlo agli ACierrini facendo l’educatrice. Dio non ci lascia mai soli.

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Categorie: Diocesi