Una festa sentita e genuina quella che, in una bella serata della tanto attesa primavera, ha visto coinvolto Don Franco Geremia, per il suo 60° di sacerdozio, celebrato anche a Meta, frazione di Civitella Roveto, nella Chiesa della Santissima Trinità di cui Don Franco è amministratore da 45 anni.
Dopo l’accoglienza alle porte del paese, accompagnata dalla Banda di Civitella e dai fuochi d’artificio, la Messa solenne celebrata dal nostro Vescovo Gerardo Antonazzo, insieme allo stesso Don Franco e a due sacerdoti figli di Meta, Don Alberto Mariani e Don Arcangelo D’Anastasio. Erano poi presenti il vicario generale Monsignor Antonio Lecce, Don Bruno Antonellis, Don Andrés Arias e Don Matteo Mattathil.
Tanti i saluti indirizzati al sacerdote, dal sindaco di Civitella Roveto Raffaelino Tolli, a Paola Pesce, in rappresentanza del consiglio parrocchiale, dai bambini dell’asilo di Meta, realizzato dallo stesso Don Franco, ai componenti della confraternita Santissima Trinità, del comitato feste e del Gruppo alpini. Poi la lettura di una lettera inviata dal Brasile, da Don Ezio Venditti, che ha voluto esprimere, a dispetto dei tanti chilometri, la sua vicinanza al sacerdote che tanto ha fatto anche per la sua comunità brasiliana di San Paolo.
Tutti hanno ringraziato il loro parroco per l’instancabile attività, la costante disponibilità e per essere davvero un “buon pastore” sempre accanto al suo gregge, nonostante le difficoltà. Don Franco, infatti, ha sempre raggiunto la chiesa di Meta, anche quando il maltempo rendeva tutto più difficile. Il piccolo centro rovetano, infatti, è alle pendici della montagna, ad oltre mille metri, eppure anche quando la neve sembrava impedire la possibilità di celebrare la Santa Messa, Don Franco era lì per compiere la sua missione.
Anche Sua Eccellenza ha voluto rendere grazie al Signore per il dono dei sacerdoti che servono le nostre comunità, invitando a pregare per le vocazioni perché Dio chiama nelle nostre chiese, nelle nostre famiglie, chiama i nostri figli.
Approfittando della Parola domenicale, il Vescovo ha descritto il sacerdote come il testimone del sepolcro vuoto, colui che per primo vive e annuncia a tutti l’esperienza del Risorto, testimoniando che Cristo non è più un corpo morto, ma presenza viva.
Il sacerdote, ha poi aggiunto Monsignor Antonazzo, è l’uomo del cenacolo, dove Gesù risorto appare, luogo dell’intimità e dell’amicizia con Lui, del raccoglimento, del dialogo confidenziale e dell’amore, perché il sacerdote sa che può aprire il suo cuore al cuore di Cristo. Infine, quando le porte del cenacolo si spalancano, diventa l’uomo della missione che annuncia il Vangelo e la salvezza che viene dalla fede cristiana.
Sua Eccellenza ha poi simpaticamente apostrofato Don Franco come “colui che non dice mai di no e a cui non si riesce mai a dire di no”, ringraziandolo per la sua generosità esemplare ed encomiabile, per il suo zelo apostolico con il quale lascia nel cuore di ciascuno una traccia indelebile.
Don Franco, emozionatissimo, una volta presa la parola ha rivelato di essersi sentito molto piccolo rispetto alle bellissime parole che gli sono state rivolte. Ha poi raccontato dell’esperienza vissuta a San Pietro, dove, dopo aver celebrato la Santa Messa sulla tomba dell’apostolo, durante il pranzo a Santa Marta con i compagni di seminario che 60 anni fa divennero sacerdoti insieme a lui, ha avuto la benedizione di poter incontrare Papa Francesco e scambiare così alcune parole con il Santo Padre.
Il parroco ha infine ringraziato tutti i suoi fedeli e tutti i collaboratori che a Meta, come a Civitella, lo aiutano nel suo servizio alla Chiesa.
Al termine della celebrazione, dopo alcuni doni da parte della comunità, tra i quali un prezioso ulivo, chiamato “l’albero di Don Franco” che lui stesso metterà a dimora insieme ai metesi, una bellissima e partecipata festa nella casa parrocchiale.
Maria Caterina De Blasis
Foto: Benedetto Di Pietro