Zona Pastorale di Cassino: Prima Assemblea Presieduta dal Vescovo Antonazzo

Si è riunita la sera di giovedì 5 marzo nella chiesa parrocchiale di S. Antonio di Padova la prima Assemblea Pastorale della Zona Pastorale di Cassino. A presiedere l’incontro il Vescovo Mons. Antonazzo, assistito dal Vicario Generale diocesano nonché Vicario zonale Mons. Fortunato Tamburrini. Presenti molti fedeli, provenienti dalle parrocchie di Cassino, di Caira e di S. Angelo in Theodice, frazioni di Cassino.

In apertura, dopo la preghiera iniziale, è stato Don Fortunato ad introdurre i lavori, poi ha ceduto la parola al Vescovo, il quale per prima cosa ha ringraziato tutti non per la “presenza” ma per la partecipazione solidale che chiamiamo “comunione”. Ha poi spiegato il riordino del territorio che è stato fatto dopo la fusione delle due diocesi e che, integrando alcune zone e alcune foranie, ha dato luogo a otto Zone Pastorali. Ha poi spiegato con chiarezza – cosa che sta facendo in ognuna delle Zone – come si articola la Zona Pastorale nell’ambito della Diocesi. C’è un Vicario Zonale, che per Cassino è D. Fortunato Tamburrini e poi tre livelli che, come centri concentrici, governano la Zona: il Collegio dei presbiteri, costituito dai sacerdoti della zona, che presiede al percorso di formazione, incontri, fraternità; il Consiglio Pastorale di Zona, che comprende anche laici ed è costituito dai referenti di ogni settore (lo statuto è consultabile sul sito diocesano); infine il cerchio più largo è quello della Assemblea Pastorale di Zona, la più ampia, che comprende i membri del Consiglio più gli operatori pastorali più tutti i battezzati che vogliono partecipare. Il tutto in uno spirito sinodale fatto di partecipazione e ascolto. La Zona, ha spiegato ancora il Vescovo Gerardo, ha un ruolo di mediazione tra Diocesi e parrocchie, è un anello di congiunzione, un cuscinetto che favorisce la comunione, quindi l’organizzazione, la partecipazione. E’ importantissima, ha affermato, l’esperienza delle Zone Pastorali. A questo punto, un piccolo imprevisto ha interrotto il discorso: un black out nella zona centrale della città, durato qualche istante, ha subito fatto accendere molti telefonini per rischiarare l’improvvisa oscurità della chiesa e al ritorno dell’energia elettrica, non sono  mancate le battute del vescovo e del Vicario sul timore che il parroco non avesse pagato la bolletta o che i banchi nel frattempo si fossero svuotati approfittando del momento…

Il Vescovo ha segnalato che sul sito della diocesi è riportato e consultabile il decreto ufficiale di indizione delle Zone Pastorali, ispirata all’ecclesiologia di comunione e dunque ai principi di: partecipazione, corresponsabilità e sussidiarietà. Gli obiettivi sono: essere luogo primario di riflessione e programmazione, favorire l’animazione e il coordinamento delle iniziative pastorali. Solo così, ha detto, si può immaginare il cammino della Diocesi come servizio alle parrocchie, attraverso la mediazione delle Zone Pastorali.

Nella seconda parte dell’incontro, il Vescovo ha fatto riferimento alla Lettera “Afferrati dal Risorto” per la Quaresima-Pasqua 2015, dando delle indicazioni di lettura di un cammino che si inserisce dentro quello organico dell’anno pastorale che intende la vita come vocazione in uno stile missionario. Ha delineato, a fondamento del cammino quaresimale-pasquale di conversione, la figura di Paolo di Tarso, il chiamato, il convertito, il missionario, scelto e chiamato da Dio, che ha riscoperto la sua vita nelle mani di Dio (e non: Dio nelle sue mani), uno sconvolgimento della sua esistenza. In effetti, ha chiosato Mons. Gerardo, la conversione di S. Paolo non è religiosa né morale, ma teologica perché capisce che la centralità della vita spetta a Cristo, che ha dato la vita per lui e lo ha salvato. Così è il cammino anche per noi: una vocazione sempre centrata su Cristo e capace di generare missionarietà, elemento strutturale, d’altronde, per la vita della Chiesa.

Infine il discorso del Vescovo si è centrato sulle indicazioni pastorali date nella Lettera, che prevedono una riflessione anche in ogni Zona sui cinque verbi per un pieno umanesimo (uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare) individuati dal Comitato organizzativo del grande Convegno ecclesiale di Firenze di novembre. Per questo, dopo aver costituito il Consiglio Pastorale di Zona, ci si dividerà in cinque gruppi ognuno dei quali, entro aprile, svilupperà la riflessione su un verbo; sarà poi la diocesi a fare una sintesi delle varie relazioni, che verrà inviata al Convegno.

I cinque verbi, ha osservato con forza convincente Mons. Antonazzo, sono una provocazione molto bella, indicano una via obbligata a cui non esistono alternative.

La risonanza delle parole del Vescovo, pronunciate con la chiarezza e la passione di sempre, ha suscitato vari interessanti interventi dei partecipanti: sull’importanza della collaborazione e del muoversi come corpo unico; sul fatto che lo stile della missionarietà deve essere permanente; sulla responsabilizzazione dei laici; sull’urgenza di ricentrare la vita su Gesù per riuscire a sconvolgere il mondo in cui viviamo che non sa più amare, come i primi cristiani, per recuperare il fascino degli inizi.

Dopo la preghiera conclusiva e la benedizione, il Vescovo ha dichiarato “sospeso” l’incontro, non “chiuso”.

– Adriana Letta

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