Nella parrocchia di S. Antonio a Cassino si prega la Beata Vergine di Lourdes per i malati
L’11 febbraio, nella festa della Beata Vergine di Lourdes, la parrocchia di S. Antonio di Padova in Cassino ha voluto rinnovare la sua tradizione del Rosario Internazionale. Molti i motivi che hanno spinto il parroco, Don Benedetto Minchella, ed i suoi collaboratori ad organizzare la manifestazione per il 5° anno consecutivo e con grande accorrere di fedeli. Era l’11 febbraio 1858 quando per la prima volta la Vergine Maria apparve a Bernardette ed insieme recitarono il Rosario, ed oggi, ogni volta che si va in pellegrinaggio a Lourdes, si fa l’esperienza del Rosario internazionale, con i malati ed i loro accompagnatori; e ricorre la XXIV Giornata Mondiale dedicata al Malato, che Maria ci insegna a guardare con lo stesso amore rigenerante di Cristo.
Ce n’era abbastanza per desiderare di essere a Lourdes o per ricreare l’atmosfera della cittadina dei Pirenei con i segni che contraddistinguono il pellegrinaggio in quel santuario: la grotta, l’immagine di Maria e della piccola veggente, l’acqua, le candele, il Rosario e l’internazionalità. Tutto questo ha fatto da cornice ad una preghiera intensa, toccante, partecipata e suggestiva, subito dopo la Celebrazione eucaristica.
Il parroco ha ricordato la figura di Bernardette, in particolare la sua prontezza a fare quello che la Bella Signora le chiedeva di fare, proprio come nel brano evangelico odierno delle nozze di Cana, quando Maria dice ai servi: “Fate tutto quello che vi dirà”, ultima frase pronunciata da Maria nel Vangelo. D’altronde, il tema voluto da Papa Francesco per la Giornata odierna del Malato era: “Affidarsi a Gesù misericordioso come Maria: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela»” (Gv 2,5). Ebbene, quando Bernardette scavava la terra e mangiava l’erba aveva creduto a Maria, mentre gli altri la prendevano per pazza, ma poi l’acqua è sgorgata davvero dalla terra e in quel luogo ancora oggi tutti i pellegrini vanno a lavarsi con quell’acqua, a berla e a farne scorta per riportarsela a casa. Impariamo anche noi, ha concluso, a “fare tutto quello che ci dirà” il Signore, e saranno prodigi.
Poi, spente le luci della chiesa ed accesi i flambeaux in mano ai fedeli, in un’atmosfera resa intima e suggestiva, Don Benedetto ha invitato i presenti, numerosissimi, a sentirsi uniti ai malati e ai sofferenti, a chiedere aiuto alla Vergine non solo per sé e per le proprie necessità, ma per tutte le persone che soffrono per motivi fisici, spirituali o morali, e a chiedere abbondanza di grazia, di fede e di consolazione. Con questa premessa, è iniziata la recita del Rosario internazionale o multilingue, mistero per mistero, intervallata da canti mariani sostenuti dal coro, accompagnati all’organo da Alessia Zinetti e cantati da tutti, piccoli e grandi. Il 1° mistero è stato tutto in italiano, la prima parte dell’Ave Maria recitata da dieci bambine, la seconda parte, come in risposta e sempre in italiano, dal popolo; il 2° è stato recitato per 5 Ave in francese e per le altre 5 in africano. Il 3° mistero in lingua maya e in spagnolo, il 4° in tedesco e indiano, il 5° in inglese e latino. Si è respirato, così, un clima di apertura agli altri, di dialogo e nello stesso tempo di gioia nel ritrovare in lingue anche mai sentite, alcune cadenze, qualche nome riconoscibile dell’Ave, come un trovare qualche elemento di familiarità in una lingua che immaginavamo totalmente diversa e distante da noi.
E’ stato un momento educativo per tutti, perché ha indotto a porgere ascolto attento alla lingua straniera per poter rispondere al momento giusto, come in un dialogo. Emblematico di come tante volte è molto più semplice e immediato di quanto si pensi accostarsi ad altre culture e imparare ad ascoltarle e rispettarle. Ogni decina era dedicata ad un tipo di malattia del corpo e dell’anima, con un impatto psicologico molto efficace che toccava il cuore.
Prima del canto delle litanie, Don Benedetto ha raccolto l’acqua di Lourdes riportata dall’ultimo pellegrinaggio parrocchiale (ha avvertito che anche quest’anno si farà, chi può partecipare si faccia avanti, chi non può si unisca spiritualmente ai pellegrini) e con essa ha asperso e benedetto i presenti, ringraziando il Signore, nella preghiera conclusiva “per tutte le grazie sparse sul popolo in preghiera e sofferente” a Lourdes, per intercessione di Maria, chiedendo che “anche noi possiamo aver parte di questi beni per meglio amarti e servirti”.
La benedizione finale, impartita con solennità, ha siglato la fine di questa lunga serata in chiesa, che è passata veloce, molti non si erano neppure resi conto dell’ora, ragazzi e bambini, numerosissimi, erano rimasti partecipi fino all’ultimo senza stanchezze o problemi. Si vede che il tempo che si passa a Lourdes, anche solo idealmente, si trascorre bene e con gioia. Non per niente Maria è la nostra Madre.
Adriana Letta