20 Luglio 2017 – Giovedì – quindicesima settimana del Tempo Ordinario

Vangelo del giorno: Mt 11,28-30
                            Parola del giorno:imparate da me, che sono mite e umile di cuore
Gesù ci chiama ad accostarlo per imparar da lui.
Lui è il Maestro dei maestri ed ha il diritto
di essere ascoltato.
E se anche non ci avesse già promesso
ristoro per la nostra stanchezza e oppressione,
e subito dopo leggerezza per la nostra vita,
saremmo già felici perché la sua mitezza ed umiltà di cuore
ci attirano a sé in modo tale
da conquistarci fino all’acquiescenza.
La legge dell’amore che sgorga dal suo cuore
non chiede sforzo ma solo abbandono,
non cieco ma filiale, come quello che spinge un bimbo
a tuffarsi tra le braccia di suo padre.
Il resto vien da sé perché già quel contatto dà sicurezza,
fa star bene e lentamente il bimbo si addormenta.
Non c’è fatica perché in quell’abbraccio circola l’amore.
Come una spugna arsa dal sole, e dal vento
portata fino al mare, quando arriva
trova riposo e si lascia cullare dalle onde,
mentre lentamente attinge a sazietà
e diventa solida e capace di saziare.
 
   
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro.
Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».

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