27 Ottobre 2017 – Venerdì – ventinovesima settimana del Tempo Ordinario

Vangelo del giorno: Lc 12,54-59
Parola del giorno: “E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto”
Non è facile discernere e giudicare i segni dei tempi.
Certamente. Ma qui Gesù sembra fare del tutto
per venirci incontro, stimolandoci a osare
il più possibile e più di quello che facciamo,
soprattutto se si tratta della giustizia e dell’amore.
Perché se riusciamo facilmente,
forse semplicemente con un po’ di allenamento
– e oggi, con gli strumenti che abbiamo, anche meglio
di quanto potessero quelli del suo tempo – ancor di più
dovremmo saper fare per quello che riguarda la giustizia,
se ci impegniamo a coniugarla con l’amore,
soprattutto con il dialogo paziente che ha il potere
– quando si vuole – di evitare anche le guerre.
Perché se si finisce in tribunale senza esserci accordati,
sappiamo bene che è tutta remissione,
Ricordiamo che lui stesso ha pagato i debiti di tutti
col dono della sua vita,
risolvendo e superando in questo modo
la giustizia con l’amore.
Il problema sta nel fatto che siamo lontani dal giudicare
con la misura di quell’amore.
   
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù diceva alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l’aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto? Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato,
lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

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