Mercoledì – 2ª settimana di Avvento (Mt 11,28-30)
Parola del giorno: “imparate da me, che sono mite e umile di cuore”
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
E chi meglio di lui poteva, e potrà mai, offrire
un invito come questo? Un invito che dev’essere passato
non a uno – uomo o donna che esso sia –
non a pochi o anche a molti, ma a tutti.
Senza punto tener conto dell’età o della razza,
della cultura, della sapienza, del potere
o di quant’altro possa incidere a creare
discrepanze o differenze tra gli umani.
Non c’è nessuno che da esso possa ritenersi escluso.
Ma attenzione perché Gesù che ben conosceva gli invitati
sia di ieri che di oggi, come pure le tante scuse
ed obiezioni che gli sarebbero state poste
dai potenti e dai sapienti, ha fatto centro
chiudendo il campo su coloro che da lui
sono anche più protetti perché stanchi e oppressi.
Proprio loro per capirlo dovranno sentirsi più amati.
E se li invita, sa che possono riuscirci.