9 Settembre 2017 – Sabato – ventiduesima settimana del Tempo Ordinario

Vangelo del giorno: Lc 6,1-5
Parola del giorno: Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?”
Ai discepoli festanti e poco scrupolosi,
tutti presi delle esperienze fatte andando dietro a Gesù,
– qualche volta, o forse spesso, senza avere
neppure il tempo per mangiare o riposare –
capita un giorno – ed era un sabato –
che per saziare i morsi della fame, o forse solo per diletto,
si mettono a raccogliere delle spighe di grano
e dopo averle strofinate sul palmo della mano
ne mangiano beatamente i chicchi,
infrangendo così la legge antica.
Il tutto sotto lo sguardo di Gesù che però li lascia fare.
Il fatto, però, irrita alcuni farisei che, prontamente,
con tono di rimprovero, ne chiedono spiegazione
perché quello che essi fanno non è lecito di sabato.
A difenderli provvede Gesù stesso che, presentandosi
come signore del sabato, ricorda ai farisei
– di ieri e di oggi – che la domanda sulla liceità
ha senso che venga posta quando sono stati soddisfatti
i bisogni primari, a cominciare proprio da quello della fame.
E questo – si capisce – non è un trattamento riservato
per qualcuno, ma ciò che lui desidera
per la felicità di ogni sua creatura.
   
Dal Vangelo secondo Luca
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

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