E’ la festa più cara al cuore dei Santangelesi
Ancora una volta la festa di Maria SS.ma della Pietà ha visto la parrocchia di S. Giovanni Battista in Sant’Angelo in Theodice coinvolta in pieno nell’organizzarla. Ma in realtà è tutta la comunità civile che si ritrova unita sia nella devozione incondizionata alla Madonna sia nel fervore dei preparativi e della festa vera e propria. Le diverse processioni, gli addobbi, i canti e la musica, i portatori, la Banda musicale (quest’anno di Città di Bracigliano), gli spari, la festa civile, tutto è stato curato con l’entusiasmo e la generosità di sempre. Ma anche la parte più squisitamente spirituale ha coinvolto un po’ tutti, ben guidati dal parroco Don Nello Crescenzi e dal viceparroco Don Juan, che nella preghiera hanno affidato alla Madre di Misericordia “soprattutto i ragazzi, gli infermi e gli anziani della comunità”, chiedendo inoltre di pregare perché tutti possano diventare capaci, in quest’Anno Giubilare, di testimoniare con le parole e con l’esempio, il Vangelo di Gesù suo Figlio e nostro Fratello.
La devozione della comunità di Sant’Angelo in Theodice verso la Madonna della Pietà è collegata a una leggenda: la Signora appariva a una pastorella muta, la quale le chiedeva di recarsi dal parroco del paese a riferire il suo desiderio di vedere edificata una cappella in suo onore.
La cappella dedicata alla Madonna SS.ma della Pietà sorge in località “Pietà”, in passato nominata “colle San Leonardo” e risale probabilmente agli inizi del ‘700. Dal 1717 vengono riportati i numerosi miracoli dispensati dalla Vergine, attualmente depositati presso l’Archivio dell’Abbazia di Montecassino.
Da allora il santuario è divenuto locus sacrale costituendo parte integrante della vita locale. Accoglie numerosi pellegrini accorsi dalle zone circostanti e dai confini regionali.
La fede e la devozione viene mostrata in maniera palese durante il periodo della festa, che annualmente viene organizzata nel mese di maggio.
Non si può dimenticare che Sant’Angelo è divenuto nella Seconda Guerra Mondiale scenario di avvenimenti brutali quali “le Quattro Battaglie”. Dal secondo dopoguerra in poi i santangelesi sono stati soggetti a trasformazioni sia nella vita sociale che religiosa. Dagli anni ottanta del Novecento la cultura popolare ha attribuito alla pratica devozionale delle processioni la forma più diretta e privilegiata per penetrare il mondo della tradizione e per riviverlo nella realtà attuale. Il devoto ha considerato l’immagine sacra della Madonna della Pietà come centro spirituale e materiale verso cui dirigere le preghiere, le richieste, le implorazioni. La processione ha rappresentato la qualità dell’offerta che ciascun fedele ha voluto donare alla Madonna ma anche il modo con il quale è stato sacralizzato lo spazio.
Anche se durante il corso dell’anno, nonostante l’attestazione della potenza taumaturgica per la Vergine, il luogo sacro perde d’importanza in quanto non viene visitato pur essendo facilmente accessibile, il pellegrinaggio popolare riacquista la sua vitalità tradizionale quando ricade annualmente il periodo della festa.
Maria Rita D’Agostino
Foto di Loredana Fargnoli