Tappa straordinaria nella pregrinatio della Madonna di Fatima martedì 24, giorno in cui Maria si onora col titolo di Aiuto dei Cristiani, una tappa fuori programma: nella Casa Circondariale di Cassino.
Sì, proprio come una Mamma, che va a trovare i suoi figli ovunque si trovino, la Madonnina, che sta visitando in questo mese di maggio le varie contrade della Parrocchia della Chiesa Madre, ha voluto incontrare quei figli reclusi, che non possono recarsi da lei. E come i figli delle varie zone parrocchiali sono ogni volta accorsi numerosi a pregare devotamente il Rosario davanti alla sua venerata immagine, allo stesso modo è accaduto lì, nel carcere. La prima sosta la Pellegrina per eccellenza l’ha fatta, accompagnata dal parroco Don Salvatore Papiro e dai volontari della parrocchia, dal Direttore Irma Civitareale e dal personale carcerario, nel corridoio della prima sezione, la più delicata e spinosa che ospita i sex offender. Ma si sa, le premure di ogni mamma umana – e ancor più di questa Mamma speciale! – sono proprio per i figli che sono maggiormente in difficoltà, in disagio, che hanno commesso errori, che si sentono abbandonati… Ebbene, era impressionante vedere la statua davanti all’enorme grata di ferro che chiudeva il corridoio e sui lati, davanti alle porte delle celle, tanti uomini, raccolti e in silenzio che rispondevano, talvolta un po’ incerti, alle Ave Maria del Rosario quasi come scolaretti, facendo scorrere tra le dita la coroncina azzurra che era stata loro offerta. Si diceva, come figli, tutti insieme “Padre nostro”, o ci si rivolgeva a Maria dicendo “prega per noi peccatori”… In cinque, quanti sono i misteri del Rosario, hanno anche accettato di intonare le Ave di una decina e con impegno leggevano sul foglietto per non sbagliare. Quella Madre non si sarà sentita toccare il cuore? e non avrà a sua volta toccato il loro cuore?
Una seconda sosta, nel cambiare sezione attraversando corridoi e cancelli di ferro (la Madonnina è entrata anche nell’ufficio dove il detenuto entra in carcere per la prima volta o esce in libertà), è stata fatta nella cappella del carcere, poi la statua della Madonna di Fatima è stata portata nel salone e posta su un altro altarino approntato, grazie all’attenzione e alla cura dei dettagli dell’instancabile Tonino Comparone. Qui, con la partecipazione (volontaria) di molti detenuti, non tutti di religione cristiana, è continuato il Rosario, con preghiere, canti e riflessioni, fino ad arrivare alle litanie della Vergine. Al termine Don Salvatore ha voluto estendere a questi partecipanti – almeno ad una piccola rappresentanza, se possibile! – l’invito che solitamente fa nei quartieri, di partecipare il 31 maggio alle 19.15 alla Celebrazione conclusiva del Mese di Maggio nella Chiesa Madre di Cassino.
Sentir risuonare le dolci parole della preghiera più universale che esista era un’esperienza dolce e rassicurante, una conferma della Madre che sì, si può sempre cambiare la propria vita, pur dopo errori gravi, e imparare a viverla nel bene, ricostruendo dignità personale e sociale, sentimenti, rapporti, attività positive. Con l’aiuto della Madre. Basta chiederglielo.
Adriana Letta