Gesù adorato nelle strade e nelle piazze

Solennità del Corpo e Sangue del Signore

La Solennità del Corpo e Sangue del Signore, secondo un’antica tradizione celebrata il giovedì dopo la festa della Santissima Trinità, è il tema della liturgia di questa domenica.

La conoscenza della Trinità ci viene solo dalla grazia come abbiamo detto nella precedente meditazione, ma la grazia scorre su di noi principalmente per mezzo dei santi sacramenti della Chiesa.

Il sacramento dell’Eucaristia è il più grande, il principe dei sacramenti, perché in esso non solo è contenuta la grazia ma anche e soprattutto l’autore della grazia, Gesù nostro Signore fatto uomo per noi (Catechismo della Chiesa Cattolica 1324). E’ un mistero che non potremmo mai comprendere, ma se con atto di assenso interiore diamo fiducia alle parole di Gesù che ci ha detto: Questo è il mio corpo (Mt 26, 26), allora possiamo sperimentare senz’altro i frutti benefici della sua presenza in noi.

Questa festa che è compresa nella rivelazione fu esplicitata solo nel 1264 con la bolla di indizione Transiturus de hoc mundo del Papa Urbano IV. Il Pontefice dava seguito a vari episodi mistici che erano avvenuti in quel secolo per avvalorare la presenza reale eucaristica, proclamata solennemente e dogmaticamente nel Concilio Lateranense IV dal Papa Innocenzo III (1215).

Tra i miracoli più eclatanti di quel glorioso secolo eucaristico vengono ricordati quello di Alatri (FR – 1228), approvato con la bolla Fraternitatis tuae dal Papa Gregorio IX; le rivelazioni fatte da Nostro Signore a Santa Giuliana di Cornillon che all’inizio del secolo XIII si sentì chiedere l’istituzione di una festa pubblica in onore della Santissima Eucaristia, il Corpus Domini (Cf. Papa Benedetto XVI, Udienza del 17 novembre 2010),  come analogamente il Signore chiese alla sua serva Santa Faustina nel XX secolo l’istituzione della festa della Divina Misericordia.

Infine, il miracolo Eucaristico più grande che spinse il papa a stabilire per tutta la Chiesa la festa del Corpus Domini fu il prodigio avvenuto nella chiesa di Santa Cristina a Bolsena nel 1263 dove un sacerdote di passaggio che si recava in pellegrinaggio a Roma vide dall’ostia che aveva appena consacrato scaturire sangue che bagnò il corporale, le tovaglie e le pietre dell’altare.

La prima processione eucaristica si svolse ad Orvieto, città papale vicino a Bolsena, dove fu trasportato il sacro corporale della chiesa di Santa Cristina, ed ivi è ancora venerato nel grandioso Duomo.

Il Pontefice affidò a San Tommaso d’Aquino (+1274) il compito di redigere l’ufficio liturgico della Festa del Corpus Domini e così fiorirono i meravigliosi testi gregoriani che ancora si cantano durante le cerimonie di culto eucaristico: Pange lingua, Adoro te devote, Panis angelicus, O salutaris Hostia, ecc.

Perché questo sviluppo del culto eucaristico? Non era già sufficiente il culto che si celebra durante la Santa Messa? In fondo è lì che avviene il sacrificio redentore. La festa del Corpus Domini da un complemento umano alla gloria divina dell’Eucaristia. Gesù esige che il suo Corpo venga adorato non solo nelle chiese, ma anche pubblicamente, da tutti, nelle strade e nelle piazze.

E’ un aiuto a porre nel nostro cuore la fede in Lui nell’attesa della beata speranza e della venuta del suo Regno, quando Dio sarà tutto in tutti (1Cor 15, 28).

Ci dobbiamo preparare al momento sublime in cui Gesù prenderà possesso di tutta la terra in virtù della sua potenza divina ed il modo più prossimo di farlo è dargli tutto il culto possibile qui sulla terra, anticipando la sua venuta ed il suo trono di gloria nei nostri cuori, nelle nostre vie e nelle nostre case.

Era impressionante un tempo durante questa festa in tanti paesi vedere i balconi addobbati con splendidi drappi, il frutto di lavoro diuturno di ricamo e d’ornamento di sante donne cristiane nascoste al mondo ma consacrate a Dio, le strade addobbate con splendidi motivi religiosi con fiori, foglie, semi ed ogni altra cosa poteva abbellire il passaggio del Corpo di Nostro Signore, le Scholae Cantorum parrocchiali sforzarsi di accompagnare la processione eucaristica con le più belle musiche del loro repertorio ed una folla immensa di fedeli emozionata e compunta davanti al mistero più grande di tutti i tempi: Dio fatto carne presente nelle santissime specie e portato ovunque in processione per benedire ogni creatura a Lui sottomessa.

La fede si ingrandiva, respirava, si ampliava ad orizzonti infiniti, si staccava dal quotidiano per elevarsi a mete celesti. La stanchezza del lungo cammino veniva compensata dalla gioia per aver adempiuto un precetto divino e aver annunciato l’avvento del Signore.

Anche oggi abbiamo bisogno di una rinnovata fede eucaristica. La festa del Corpus Domini può essere per noi un nuovo inizio per ricominciare a mettere Cristo al centro assoluto della nostra vita, andandolo spesso a visitare, chiedendogli grazie per la nostra vita presente e futura e non deviare dalla sua strada che è l’unica che ci porti in cielo  Tu qui cuncta scis et vales, qui nos pascis hic mortales: Tuos ibi commensales, coheredes et sodales  fac sanctorum civium. Amen. (Tu che tutto sai e puoi, che ci nutri sulla terra, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo nella gioia dei tuoi santi. Amen – Sequenza “Lauda Sion Salvatorem”).

P. Luca M. Genovese

Fonte: Settimanale di P. Pio

 

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