Il Centro di Orientamento Pastorale (COP) ne traccia una definizione da proporre ed estendere a tutte le diocesi italiane
C’è qualcuno che nel leggere il libro di Riccardo Petricca “Pastorale Digitale 2.0”, arrivando alla conclusione, che consiste in una lettera aperta a Papa Francesco, non ha sgranato gli occhi? e che leggendola, così confidenziale e diretta, non ha pensato: “che esagerato!”? Sì, perché dopo aver sintetizzato la sua storia e quella della Pastorale Digitale, Riccardo avanza una richiesta ben precisa: “La Pastorale Digitale dovrebbe essere aiutata e promossa dalla CEI in tutti i modi“, e più avanti, prospettando attività di formazione dei giovani e lasciando anche intravedere “opportunità lavorative nei settori dell’informatica, del turismo, della comunicazione e del marketing”, afferma: “Occorre che questo servizio che facciamo per la Chiesa venga ufficializzato” perché venga mostrato “il bello della Chiesa”.
Ebbene, l’esagerato non è lui! La sua idea si sta dimostrando vincente su tutti i fronti e a lui, come agli altri “Padri Fondatori”, va riconosciuta la capacità di guardare lontano, di coltivare un sogno, tradurlo in progetto e poi in realtà in continuo sviluppo. Hanno avuto la giusta vision. E hanno vinto. Infatti, non solo negli ultimi mesi è stata firmata la Convenzione con l’Antonianum e altri Social si sono aggiunti ai precedenti così che la nostra Diocesi ramifica i suoi canali comunicativi in ogni direzione, ma soprattutto giunge in questi giorni una nuova importante conferma.
Conferma che viene da quel laboratorio di ricerca, formato da vescovi, sacerdoti e laici, che studia le opzioni pastorali migliori per metterle a servizio delle Chiese particolari che sono in Italia, il Centro di Orientamento Pastorale (COP). Il dott. Fortunato Ammendolia, webmaster del Centro di Orientamento Pastorale (COP) e curatore dell’ambito AniCeC (Animatori della Comunicazione e della Cultura), che partecipò a Sora nel febbraio scorso alla presentazione del libro “Pastorale Digitale 2.0”, interessato all’esperienza in atto nella nostra Diocesi, ha tracciato una definizione – a suo dire “sintetica e perfettibile” – di pastorale digitale, da proporre ed estendere a tutte le diocesi italiane. Eccola:
«La pastorale digitale è quell’uscire, annunciare, abitare, educare, trasfigurare della Chiesa nel “continente digitale”. È esperienza di presenza che non si riduce a condividere risorse digitali, ma che attiva “storie” di relazione autentica superando il dualismo online-offline; è riflessione, fondata teologicamente e attenta alle scienze umane, per una presenza nei new media che sa di vangelo; è promozione di criteri per un uso dei media digitali che fa crescere “l’umano”; è promozione di sviluppo di applicativi per una sua migliore attuazione.
La pastorale digitale va inquadrata nell’ambito più ampio della pastorale delle comunicazioni sociali: essa, quindi, non è una pastorale “altra” ma una declinazione della presenza e dell’impegno ecclesiale nel suo complesso. “Se la Chiesa deve sempre comunicare il suo messaggio in modo adeguato a ciascuna epoca e alle culture delle nazioni e dei popoli specifici, deve farlo soprattutto oggi nella cultura e per la cultura dei nuovi media” (PCCS Aetatis novae, 8).
Il Centro di Orientamento Pastorale, che nella rivista Orientamenti pastorali ha già considerato alcuni aspetti di pastorale digitale, a partire da questo numero intende “dare voce” a riflessioni ed esperienze a essa inerenti, per condividere quanto ha preso e prende forma nella Chiesa cattolica italiana e incoraggiare “laboratori” a vari livelli».
Che dire? E’, per tutti noi che facciamo parte della squadra diocesana di Pastorale Digitale, una gioia grandissima, perché in tali parole ci ritroviamo perfettamente, in quanto descrivono il nostro impegno, i nostri criteri, il nostro sentire, e perché questa definizione suona per noi come un riconoscimento davanti a tutta la Chiesa italiana del nostro lavoro, e premessa di una vera istituzionalizzazione. Riccardo aveva ragione! Aveva chiesto l’ufficializzazione al Papa ed ora, a solo pochi mesi dalla pubblicazione del suo libro, giungono già le risposte! Ne proviamo grande soddisfazione.
A quanto pare, i tempi sono maturi, prima di quanto potessimo immaginare!
Adriana Letta