Nella chiesa di S. Giovanni Battista a Cassino una folla sterminata unita in un unico grande abbraccio
Cassino ha vissuto un altro momento di grande dolore, condividendo appieno lo strazio della famiglia Baggi, affranta per la perdita del suo unico figlio, Antonio. Ventunenne, stroncato da un improvviso malore mentre si trovava ad Amsterdam insieme alla sua ragazza, Annachiara, e ad alcuni amici. Una notizia piombata in città fulminea e incredibile, e immediatamente rimbalzata da un capo all’altro, purtroppo vera e inappellabile. Ulteriore tortura, sono occorsi ben 12 giorni per poterlo riportare in Italia e celebrare, ieri 2 giugno, il funerale.
Inutile dire quante persone hanno riempito la chiesa di S. Giovanni Battista ed il sagrato, una marea di gente, di giovani, un dolore comune palpabile e crudo. Perché Antonio era un gran bravo ragazzo, lavorava da elettricista ma allo stesso tempo faceva il dj, grazie alla sua passione per la musica; faceva parte del Corteo Storico “Terra Sancti Benedicti”, nella Militia era tra i Musici e suonava il tamburo. Si era anche candidato per le prossime elezioni per sostenere il candidato sindaco Tullio Di Zazzo. Un giovane pieno di vita, di amici, di impegni, pronto ad aiutare anche la famiglia. Al suo funerale è stato scortato dai Militi del Corteo storico, che hanno posto davanti alla sua bara il suo tamburo e il suo copricapo e gli hanno reso onore con la serietà che mettono in tale servizio e con gli occhi lucidi degli amici del cuore ancora increduli. Il Direttore del Corteo, Antonietta De Luca, lo ricorda come un ragazzo solare, deciso, di bell’aspetto, bei lineamenti, dallo sguardo diretto e le idee chiare; uno spirito libero, determinato e concreto, che si è fatto da sé, e che dovunque andava portava allegria.
Nell’omelia il parroco, Don Antonio Colella, ha affermato che “il vuoto è incolmabile nell’intera comunità che perde un figlio, un amico, un fratello, un giovane pieno di vita”. E ha proseguito: “Impegnato nel sociale, umile e generoso, Antonio ha saputo dare il meglio di sé negli affetti, nel lavoro, nei rapporti umani. Sapeva utilizzare la musica in modo costruttivo invitando tutti ad un divertimento consapevole e responsabile”.
Un figurante del Corteo Storico, Alessio Lanni, a nome di tutti gli amici, commosso ma deciso, ha letto una toccante lettera dedicata ad Antonio: “Caro Antonio, la notizia della tua scomparsa ci ha profondamente scioccati e ancora oggi noi, i tuoi amici del Corteo Storico e della Militia, facciamo fatica ad abituarci a quell’immenso vuoto che hai lasciato nelle nostre fila. Quello che resta, però, è un grande dono per i tuoi genitori. In un periodo così particolare, in cui tra le persone vi è solo sospetto e totale indifferenza, hai raccolto e fatto stringere in un unico abbraccio una moltitudine di persone attorno alla tua famiglia e alla tua Annachiara, che non saranno mai soli. E imprese di questo tipo possono farle solo persone speciali come te. Se ti aspetti che oggi siamo qui per dirti addio, ti sbagli di grosso, perché resterai per sempre qui con noi, nel cuore delle persone che ti hanno amato e continuerai ancora quel tamburo, mentre ci guardi dall’alto. I tuoi amici del Corteo Storico e della Militia Terra Sancti Benedicti”.
E ha detto bene: era davvero un unico dolore, un unico grande abbraccio che ha unito tutti.
All’uscita dalla chiesa, gli amici hanno voluto ancor più manifestare il loro dolore ma soprattutto il loro affetto per Antonio e la volontà di tenerlo vivo nei loro cuori e nella loro vita. E lo hanno fatto a modo loro, con palloncini, foto, cartelli con messaggi, la “sua” musica, qualche sparo, piccole mongolfiere fatte salire in cielo e addirittura due bianche colombe che, liberate, sono andate a posarsi sulla bara, sui bianchi fiori che la ricoprivano e sembrava che non volessero proprio lasciarla. Incredibile e commovente. Metafora degli affetti che Antonio ha lasciato in terra e che non volevano lasciarlo andare.
Una giovane vita spezzata all’improvviso è certamente una tragedia che sconvolge un’intera comunità. Ma ora è il tempo del silenzio, del ricordo e della meditazione, soprattutto è il momento di mettere in pratica quello che Antonio ha lasciato di più prezioso: restare uniti, non sciogliere l’abbraccio di quel momento, essere vicini ai genitori e alla ragazza, così duramente provati e pregare, pregare, pregare. Sarebbe bello che ogni persona che si trovi a leggere queste righe innalzasse una preghiera, per Antonio, per i suoi cari, per gli amici, per tutti.
Siamo fragili tutti quanti, ma aiutiamoci a non tenere gli occhi a terra, perché non è la terra la nostra prospettiva ultima. Solleviamo lo sguardo a Dio, il Padre della vita ricco di Misericordia che ci ama, pronto a consolare noi afflitti e ad inserirci in un orizzonte molto più ampio, luminoso e gioioso.
Adriana Letta
Foto di Alberto Ceccon