Ammalati di carità come San Rocco

Messa solenne e processione in onore di San Rocco – Sora

Piazza San Rocco, all’alba del 16 agosto, è già gremita di fedeli che partecipano alle prime celebrazioni eucaristiche nel giorno in cui la Chiesa celebra la memoria di San Rocco. E Sora in particolare, sente fortemente la devozione verso questo giovane Santo, invocato nei secoli come protettore contro il flagello della peste, che lui stesso provò sulla sua carne.

Sul grande palco allestito dalla confraternita dell’omonima chiesa, sta per iniziare la Messa solenne, presieduta dal vescovo Gerardo Antonazzo, concelebrata dai sacerdoti e parroci della città. Al suono festoso della musica del coro dei giovani della parrocchia di San Bartolomeo e San Silvestro, fanno capolino dalla chiesa gli stendardi delle confraternite mentre i celebranti fanno il loro ingresso attraversando la piazza.

Scende il silenzio, la celebrazione viene vissuta con grande attenzione e le parole del Vescovo, all’omelia, irrigano come pioggia feconda i cuori di centinaia di persone. E’ immediato il parallelo tra la figura di San Rocco, icona della carità misericordiosa nei confronti dei malati e degli ultimi, e l’Anno Santo straordinario della Misericordia che stiamo vivendo.

La testimonianza del Santo di Montpellier deve diventare persuasione: «San Rocco ci persuade, ecco perché siamo qui», sottolinea il Vescovo Antonazzo. Se così non fosse stato, la piazza sarebbe stata vuota. San Rocco ha reso realtà, nella sua vita, la Parola di Dio. «Ci auguriamo che possa contagiarci, facendoci ammalare di carità», fino a morirne. La carità è necessaria perché siamo figli di Dio, per diventare misericordiosi come il Padre, così da imitare nella nostra vita, nel nostro piccolo, l’ideale di vita incarnato da San Rocco nella sua breve ma intensa esistenza, spesa per lenire le sofferenze dei malati.

Dopo la celebrazione, l’attesa processione, con le confraternite, giovani, anziani, bambini, tanti a piedi nudi con pesanti ceri al collo, segno di penitenza, di richiesta di grazie o di ringraziamento. Un corteo interminabile, incurante del sole della calda mattinata, ha attraversato le strade della città impiegando poco più di due ore, in un percorso scandito dalla preghiera, dal canto dell’inno, dal suono maestoso della Banda musicale A. Luciani di Strangolagalli, Ripi, Pofi.

Tanti malati, anziani, hanno assistito trepidanti al passaggio dell’amata statua di San Rocco, sono state rivolte soprattutto a loro la preghiera e l’invocazione nel panegirico al rientro della processione, tenuto da mons. Donato Piacentini, che ha poi impartito la benedizione finale a tutti coloro che hanno avuto la forza di terminare la processione nonostante il lungo percorso, a testimonianza del loro essere Ammalati di carità, come lo stesso San Rocco ha insegnato con la sua vita.

Carla Cristini

Foto:  Rosalba Rosati, per vedere l’album completo delle foto cliccare qui

Foto: Federica Pallagrosi, Sergio Pallagrosi per vedere l’album completo delle foto cliccare qui

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